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“Aggredito e massacrato”. Chef Rubio parla dell’attacco subito fuori casa – Cos’è successo

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Recentemente, il noto cuoco Chef Rubio, al secolo Gabriele Rubini, ha riportato un’aggressione subita proprio fuori dalla sua abitazione. Sul suo profilo social, il chef ha condiviso dettagli inquietanti riguardo l’episodio, affermando:

“Erano in cinque, hanno bloccato il cancello e mi hanno massacrato di botte. Ma io non mollo”.

L’assalto e le sue circostanze

Chef Rubio ha raccontato di essere stato atteso dai suoi aggressori appena fuori dalla sua casa. Hanno impedito l’accesso al cancello elettrico e lo hanno brutalmente picchiato. Il chef, noto per il suo sostegno alla causa palestinese, ha identificato i suoi aggressori come “gli ebrei sionisti”, un gruppo che lui stesso definisce come terroristico.

In un video postato sui social, con il viso visibilmente ferito, Rubio ha espresso la sua accusa: “Sono stati i sionisti, sono terroristi”.

"Aggredito dai sionisti" - Chef Rubio parla dell'attacco subito fuori casa

Dettagli del video e la reazione del pubblico

Nel video condiviso, Rubio mostra le ferite subite, illustrando la gravitĂ  dell’aggressione con il suo volto tumefatto e sanguinante. Nonostante la violenza subita, ha pubblicato un nuovo post apparendo con un taglio sulla fronte, ora medicato, e un occhio ancora gonfio, ma sorridendo e facendo il segno della pace.

La comunitĂ  online ha reagito con messaggi di sostegno. Commenti come “Fa male quello che hai subito, siamo con te” e “A loro fa male la veritĂ ” hanno inondato i suoi post, dimostrando solidarietĂ  verso il cuoco.

"Aggredito dai sionisti" - Chef Rubio parla dell'attacco subito fuori casa

SolidarietĂ  dalla comunitĂ  accademica

Anche la comunitĂ  studentesca de La Sapienza ha mostrato il suo supporto. Gli studenti in mobilitazione sotto al rettorato hanno rilasciato una nota esprimendo solidarietĂ  a Rubio, riconoscendo il suo impegno per la causa palestinese e il coraggio nell’esporre le sue posizioni.

Prima di questo episodio, a gennaio, Rubio era stato fermato dalla polizia mentre si dirigeva a una manifestazione per la Palestina. L’automobile in cui viaggiava conteneva taniche di sangue animale, portando a ulteriori controlli e al suo accompagnamento al commissariato Prenestino.

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