L’impatto a lungo termine del Covid-19 su infarto e ictus: nuovi dati
Covid-19 legato a un rischio aumentato di infarto e ictus
Recenti ricerche rivelano che individui che hanno contratto il Covid-19 sono a maggior rischio di subire infarto e ictus nei tre anni successivi all’infezione.
Uno studio condotto dall’Irccs San Raffaele di Roma, con la collaborazione di ricercatori dell’Università Sapienza di Roma e dell’Università Federico II di Napoli, ha esaminato l’evoluzione del rischio di eventi cardiovascolari e cerebrovascolari in un campione di oltre 200.000 persone.
È la prima volta che una ricerca di questa portata viene condotta sulla popolazione generale, anziché su pazienti ospedalizzati, segnando così un passo importante nella comprensione delle conseguenze a lungo termine del Covid-19.
Dettagli sull’indagine Pubblicato su Cardiovascular Research, lo studio ha utilizzato dati dal database dei Medici di Medicina Generale della ASL 1 di Napoli, relativi al periodo 2020-2022. Tra i pazienti monitorati, circa 32.000 hanno avuto una diagnosi confermata di Sars-Cov-2 tramite test molecolare. Questo gruppo è stato confrontato con il resto dei pazienti in una regione classificata a rischio moderato durante il periodo considerato.
Questo lavoro rappresenta un significativo progresso nella letteratura scientifica riguardante il Covid-19, ampliando la nostra comprensione del rischio cardiovascolare post-infezione ben oltre la fase acuta della malattia, e sottolineando la persistenza di tali rischi nel tempo.