Nella tragica vicenda che ha coinvolto tre giovani lungo il corso del Natisone, emerge una possibile spiegazione psicologica al loro fatale destino: l’effetto freezing. Durante gli attimi di crescente pericolo, questi ragazzi sono apparsi immobilizzati dalla paura, un fenomeno che potrebbe aver avuto un ruolo cruciale nel tragico epilogo.
Natisone: spiegato l’effetto ‘freezing’ che potrebbe aver immobilizzato i tre ragazzi
Nel dettaglio, il freezing è uno stato di paralisi emotiva e fisica scatenato da un’intensa paura, che impedisce alle persone di reagire adeguatamente in situazioni di pericolo.
È noto che in contesti critici, come disastri naturali o incidenti, una reazione immediata può essere essenziale per la sopravvivenza. Tuttavia, se la paura raggiunge un livello estremo, può sovrastare l’individuo, bloccando le capacità decisionali e fisiche.
Secondo quanto riportato dai soccorritori e dai familiari, i ragazzi non erano preparati alla rapida ascesa delle acque. Inoltre, è stato evidenziato che le giovani vittime non sapevano nuotare, un fattore che ha potuto intensificare il loro stato di shock e impotenza.
La psicologa Pamela Busonero, intervistata da più organi di stampa, ha illustrato come il freezing comporti non solo una paralisi fisica, ma anche una stasi cerebrale che ostacola il processo decisionale. In circostanze così estreme, anche pochi momenti di esitazione possono rivelarsi fatali.
La condizione di freezing potrebbe quindi offrire una spiegazione, seppur parziale, alle difficoltà incontrate dai tre giovani nell’evitare una fine tragica. La comprensione di tali dinamiche psicologiche non solo aggiunge un capitolo doloroso a questa vicenda già tragica, ma sottolinea anche l’importanza della preparazione e del supporto psicologico in contesti di emergenza.