Durante il recente addio al nubilato di Veronica Ferraro a Palma di Maiorca, Chiara Ferragni, influencer di fama mondiale, ha scelto di condividere la sua esperienza presso il Cap Vermell Grand Hotel attraverso i social media. La Ferragni ha pubblicato un post di ringraziamento all’hotel per l’ospitalità ricevuta, un gesto che rientra nelle consuete pratiche di sponsorizzazione tra influencer e strutture ricettive.
Tuttavia, questa particolare interazione tra Ferragni e l’hotel non ha sortito l’effetto desiderato. Invece di attrarre interesse positivo e aumentare la visibilità dell’hotel, il post ha scatenato una serie di reazioni negative. La situazione è degenerata al punto che il Cap Vermell Grand Hotel ha dovuto prendere la decisione drastica di disabilitare la funzione di commento sui propri post. Questa mossa è stata necessaria per contenere l’ondata di insulti e commenti negativi che stavano sommergendo la pagina dell’hotel.
Questa vicenda solleva questioni importanti riguardo l’efficacia e i rischi delle sponsorizzazioni sui social media. Mentre queste collaborazioni possono offrire vantaggi significativi in termini di visibilità e marketing, come nel caso delle numerose partnership di successo di Ferragni, espongono anche le aziende a potenziali reazioni avverse da parte del pubblico. In alcuni casi, come quello accaduto al Cap Vermell Grand Hotel, il coinvolgimento di figure pubbliche di alto profilo può involontariamente attirare attenzioni indesiderate o negative.
L’incidente riflette la doppia lama delle influenze digitali e la necessità per le aziende di prepararsi a gestire le possibili conseguenze delle loro strategie di marketing digitale. È fondamentale che le strutture ricettive e altre aziende considerino attentamente le implicazioni di lavorare con influencer, valutando non solo il potenziale aumento di clienti ma anche il rischio di esposizione negativa.
Per il Cap Vermell Grand Hotel, la situazione attuale rappresenta una sfida da affrontare e superare, mentre per gli influencer e le aziende che li sponsorizzano, serve come un campanello d’allarme sui rischi di tali collaborazioni pubbliche.