Clizia Incorvaia è stata al centro di un piccolo scandalo durante il suo soggiorno a Venezia, come evidenziato dalla critica pungente di Selvaggia Lucarelli. L’influencer siciliana, notoriamente seguita da quasi 800.000 follower su Instagram, è stata accusata di non aver seguito le regole etiche che governano le pubblicità e le sponsorizzazioni su piattaforme social.
Durante un evento di alto profilo, Clizia ha condiviso diverse storie su Instagram mostrando il suo alloggio all’Hotel Nani Mocenigo Palace, una struttura di lusso nel cuore di Venezia. La peculiarità sta nel fatto che, nonostante abbia messo in risalto la qualità dell’hotel, Incorvaia non avrebbe pagato nulla per il soggiorno, ottenendolo in cambio di visibilità sul suo profilo. Tuttavia, ha segnato i post con la dicitura #supplied, posizionata in alto a destra e in caratteri minuscoli, rendendola difficilmente visibile.
Selvaggia Lucarelli, nota per il suo impegno nel denunciare le pratiche poco trasparenti nel mondo del marketing influencer, non ha tardato a commentare la situazione. Ha ripostato uno dei frame della storia di Incorvaia, sottolineando ironicamente che quel tipo di indicazione è “proprio per intenditori”, critica chiaramente rivolta alla mancanza di chiarezza nell’uso dell’hashtag.
Questo episodio solleva una questione più ampia riguardo le responsabilità degli influencer, soprattutto quando si tratta di comunicare in modo trasparente le sponsorizzazioni. La legge richiede che qualsiasi contenuto promozionale sia chiaramente identificato come tale, utilizzando hashtag come #ad o #adv per segnalare una collaborazione pagata. Questo assicura che i consumatori possano facilmente distinguere tra opinioni personali e contenuti sponsorizzati.
Nel caso di Clizia Incorvaia, la situazione diventa un esempio emblematico di come alcuni influencer possano cercare di eludere queste normative, adottando strategie che possono confondere il pubblico. Mentre alcuni tentano di minimizzare la visibilità degli hashtag promozionali, altri possono non utilizzarli affatto, compromettendo così la trasparenza che è fondamentale per la fiducia tra influencer e follower.
In conclusione, mentre gli influencer continuano a giocare un ruolo significativo nel marketing moderno, episodi come questi evidenziano la necessità di una maggiore regolamentazione e di pratiche più etiche nel settore. La trasparenza non solo rispetta il diritto dei consumatori di essere pienamente informati, ma protegge anche l’integrità degli stessi influencer, assicurando che la loro influenza rimanga positiva e rispettata.