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Una corsa notturna da brividi: il mistero del tassista scomparso

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Ero sola in un taxi alle 1 di notte, e il comportamento del conducente mi metteva a disagio. Continuava a guardarmi attraverso lo specchietto retrovisore, e a un certo punto, con un sorriso, mi disse: “Se ti senti a disagio, signorina, puoi chiamare un altro taxi. Non mi dispiace.” Cercai di ignorarlo e rimasi in silenzio.

Improvvisamente, un ricordo mi colpì come un fulmine. Il suo volto mi sembrava familiare, e poi capii perché: era un rapinatore condannato, il cui viso avevo visto in numerosi servizi di cronaca. Era noto per aver svaligiato diverse banche. Il panico mi travolse, ma feci del mio meglio per non mostrare paura.

Mentre la corsa proseguiva, un altro ricordo emerse, facendomi gelare il sangue. L’uomo che avevo visto nei notiziari non era stato arrestato, perché si diceva fosse morto. Eppure, eccolo lì, vivo e al volante. Non avevo dubbi: era lui. Le mie mani tremavano mentre cercavo di dare un senso a quella situazione surreale.

taxi

Improvvisamente, il taxi si fermò. Mi fissò intensamente, e io pensai che fosse la mia fine. Ma mi accorsi che eravamo arrivati a destinazione. Gli diedi i soldi in fretta e scesi dall’auto.

La prima cosa che feci fu cercare il suo nome online. Non c’era dubbio: era lui, lo stesso uomo, con gli stessi tatuaggi. Tuttavia, i notiziari confermavano che era morto un anno prima. Ancora oggi, rabbrividisco al solo pensiero di quella notte.

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