Il fratello di Emanuela Orlandi commenta la scomparsa del Pontefice: “Ipocrisia nei messaggi di cordoglio”
La scomparsa di Papa Francesco ha generato reazioni profonde in tutto il mondo. Tra queste, anche quella di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana sparita nel nulla il 22 giugno 1983. Un caso irrisolto da oltre quarant’anni, attorno al quale Orlandi continua a cercare risposte, spesso chiedendole direttamente al Vaticano. Ora, dopo la morte di Jorge Mario Bergoglio, ha voluto esprimere il suo pensiero in un messaggio sobrio ma pungente.
Pietro Orlandi ha pubblicato un post su Facebook che non è passato inosservato:
“Oggi preferisco non rilasciare commenti, il mio pensiero è lo stesso di ieri, di oggi e sarà lo stesso domani. Tanti personaggi illustri del giornalismo, della politica, dello spettacolo, della cultura avrebbero potuto evitare di commentare, vista l’ipocrisia, la ruffianeria e la falsità nei loro post e dichiarazioni.”
L’ultimo appello rimasto senza risposta: “Spero scriva la verità”
Durante il pontificato di Papa Francesco, Pietro Orlandi ha più volte espresso il desiderio di incontrarlo per avere spiegazioni dirette sulla vicenda della sorella. Tuttavia, secondo quanto riferito da lui stesso, il Papa avrebbe negato quell’incontro, parlando della pressione di “troppi occhi” su di lui. L’unica frase pronunciata da Bergoglio su Emanuela fu un enigmatico “sta in cielo”, che non venne mai approfondito.
Già nel dicembre 2024, con il Papa ricoverato al Gemelli, Orlandi aveva scritto:
“Se ha la forza di scrivere l’Angelus, spero trovi la forza di scrivere ciò che tutti noi aspettiamo.”
Anche un mese prima della morte, con il Pontefice ancora convalescente, aveva rinnovato pubblicamente la richiesta:
“Spero ancora che scriva la verità sul caso di mia sorella.”
Con la morte di Bergoglio si spegne anche la possibilità che sia lui a fare chiarezza su uno dei misteri più inquietanti della storia recente del Vaticano.
Papa Francesco è stato il terzo pontefice ad affrontare indirettamente il caso Orlandi, dopo Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Per Pietro, oggi, rimane soltanto la speranza che un giorno – magari grazie a un nuovo Papa – si possa finalmente rompere il muro di silenzio attorno alla verità.