Dopo il coming out, Marco Carta non si nasconde più e rende partecipi i suoi fan dei suoi progetti per il futuro: il cantante ha svelato di voler sposare il suo compagno e di voler adottare un figlio, consapevole delle grosse difficoltà chele coppie omosessuali incontrano ancora oggi.
Il cantante cagliaritano, divenuto famoso grazie al suo successo ad Amici di Maria De Filippi, continua a fare musica, ma parallelamente non ha abbandonato il suo vecchio lavoro da parrucchiere. Al suo fianco dal 2013 c’è Sirio, un amore tenuto nascosto per anni, fino a quando non è arrivato il coming out del cantante, tre anni fa. Dopo anni di segretezza sul suo orientamento, Marco Carta si è liberato di un grande peso come lui stesso ha ammesso: “Mi faceva soffrire l’idea di dovermi nascondere, di non poter camminare mano nella mano con il mio fidanzato. Volevo vivere con normalità il rapporto”.
Marco Carta sul tema dell’adozione delle coppie gay
A proposito dei suoi progetti per il futuro insieme al suo compagno, Carta ha rivelato qual è il suo desiderio: “Mi piacerebbe molto sposarmi e prima o poi lo farò di certo. Vorrei che prima si esaurisse l’emergenza sanitaria. Vorrei festeggiare con gli amici in totale serenità”.
Nel corso di alcune sue recenti interviste, Marco Carta ha affrontato anche il tema dell’adozione alle coppie omosessuali per sottolineare la sua delusione: “Trovo triste che in Italia una coppia gay non possa avere un figlio. Ci sono migliaia di bambini che crescono negli orfanotrofi senza genitori, senza amore. Mi chiedo perché non dare loro la possibilità di essere adottati da due papà”. Uno sfogo che il cantante ha motivato parlando della sua esperienza di ragazzino cresciuto senza padre e senza madre, morta quando aveva dieci anni. Malgrado questo però Carta ha avuto una famiglia grazie ai suoi nonni che non gli hanno fatto mancare l’amore.
Sul tema paternità, Marco Carta si è espresso così: “Mi piacerebbe adottare e mettere al mondo un bambino, magari con la pratica dell’utero in affitto, un nome che trovo tremendo. È una pratica che per me non è disumana, in quanto c’è la scelta consapevole di una donna che decide di aiutare un familiare, un amico, un estraneo. Solo il vero sfruttamento è da condannare”.