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Covid, le polemiche sul numero dei morti non si placano: “Nei dati anche chi non è morto a causa il virus”, è scontro tra l’Avvocatura dello Stato e l’Iss

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Dopo più di un anno di pandemia, il numero dei morti Covid continua ad accendere i dibattiti: gli avvocati di Palazzo Chigi e del ministero della Salute hanno presentato una nota in netta opposizione con i dati proposti dall’Iss. Il giallo sul conteggio dei decessi prosegue e si infittisce, dopo che l’Avvocatura dello Stato ha scritto nella sua nota che in Italia i dati hanno registrato tra le vittime chi aveva il virus al momento del decesso. Invece negli altri Paesi si sono classificati solo i soggetti che sono deceduti “a causa del virus stesso”.

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Nel nostro Paese, il numero dei morti sarebbe quindi falsato, in quanto includerebbe non solo le vittime del virus Sars-CoV-2. Un dato emerso nella nota depositata al Tribunale Civile di Roma in riferimento alla causa avviata da più di 500 familiari delle vittime del Covid-19 nei confronti del ministero della Salute, di Palazzo Chigi e della Regione Lombardia.

In sostanza, l’Avvocatura dello Stato ha ribadito che se il Governo avesse aggiornato il piano adottato per trattare la pandemia, il numero dei morti non sarebbe calato. Una tesi che è stata sostenuta facendo un confronto diretto con gli altri Paesi, per precisare che il rapporto tra casi confermati e vittime in Italia non cozza con quello proposto altrove.

Nei dati pure chi non morto per virus

Numero dei morti Covid: una classificazione che crea posizioni discordanti

Nella nota è emerso che i dati relativi al nostro Paese sono da valutare con le pinze, poiché rientrano nella classificazione dei decessi tutti coloro che avevano il virus al momento della morte, non solo chi ha perso la vita a causa del virus. Da qui lo scontro: la posizione ufficiale dell’Istituto Superiore di Sanità differisce da quella del Governo. Una polemica che si trascina ormai da un anno, e che si è rinnovata dopo un recente report firmato dall’Iss per spiegare la vicenda, ma soprattutto per precisare che la classificazione di un decesso per Covid-19 risponde a delle precise condizioni.

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L’Iss ad oggi continua a ribadire di aver conteggiato solo i reali decessi per il Covid-19 tenendo conto di specifici fattori: il morto deve essere un caso confermato con test molecolare positivo; la vittima deve aver presentato il quadro clinico tipico del Coronavirus; non deve essere passato un periodo di recupero clinico completo tra la malattia o il decesso. A questi fattori discriminati L’Iss ne ha aggiunti altri più dettagliati, in modo da discriminare accuratamente i reali decessi “per” Covid. Per questo i dati non collimano con quelli raccolti dall’Avvocatura nei cui bollettini, dove è finito per essere inscritto chiunque avesse il virus al momento dalla morte.

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