Ci si interroga su un tema attuale e vissuto da gran parte dei genitori: come insegnare ai propri figli a non interrompere una conversazioni tra adulti?
Abbiamo trovato nel racconto di una mamma, la risposta alla nostra domanda.
La donna, che ben conosce le dinamiche, le difficoltà e il disagio che si verificano in queste situazioni, ha affidato al web la sua esperienza, sperando che possa aiutare e ispirare altri genitori.
Quando si viene interrotti dalle richieste o dalle interferenze dei bambini, la maggior parte dei genitori reagisce cercando di zittirli e di rimandarli nella loro stanza.
La reazione dei piccoli, il più delle volte, prevede insistenza, capricci, piagnucolio, pianto vero e proprio.
Per non correre questi rischi altri genitori preferiscono invece terminare il momento di relax o di conversazione e dedicarsi alle richieste dei propri figli.
Ma esiste una terza opzione, quella appunto riportata nel racconto e che induce a riflettere su quelli che sono i comportamenti più comuni degli adulti in questi casi.
Racconta la donna:
“Eravamo a casa di amici di famiglia, quando il figlio di 3 anni della padrona di casa è arrivato per dirle qualcosa.
Invece di interrompere la conversazione che stava avendo con me, la madre ha messo la sua mano su quella del bambino e lui ha atteso pazientemente.
Il piccolo ha aspettato che finissimo di parlare e poi ha iniziato a dire ciò che doveva.
Ero sbalordita! Con quanta semplicità si era risolta una situazione che invece per me continuava ad essere un problema.
Ho chiesto spiegazioni alla mia amica, ero sinceramente interessata e desiderosa di insegnare anche ai miei figli a non interrompere le conversazioni.
Mi ha risposto che da qualche tempo aveva adottato la tecnica che aveva appena messo in atto.
I bambini, quando corrono dai genitori per dire qualcosa, vogliono in realtà essere presi in considerazione.
È molto importante per loro essere ascoltati, per questo bisogna evitare di mandarli via in malo modo.
È importante rassicurarli, che comprendano che li ascolteremo appena sarà possibile – ovvero non appena avremo finito di parlare con l’altra persona.
Tenere la loro mano è un modo per far capire che abbiamo accettato la richiesta di ascolto e che ora non devono fare altro che attendere la nostra attenzione che avranno di lì a poco.
Sono rimasta davvero stupita di quanto potesse essere facile.
A volte dimentichiamo che non servono maniere forti per trasmettere ai bambini un principio di educazione.
Non c’è bisogno di gridare ‘Non interrompermi!’, ‘Non entrare nella conversazione!’.
Il contatto pelle a pelle vale più di mille parole.
Da allora non ho più smesso di adottare questa tecnica: i miei bambini ora aspettano il loro turno, consapevoli che rispetterò la loro richiesta di essere ascoltati.”
Un metodo che vale una nostra riflessione, che comunica tranquillità, empatia, rassicurazione.
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