In tanti, sin da piccoli, sogniamo di avere una grande casa, spaziosa, con tante stanze e bagni.
Pensiamo che questo sia il massimo della felicità.
Ma è davvero così?
Vivere in piccoli appartamenti ha anche i suoi benefici, sapete?
Ad insegnarcelo ci viene in aiuto la filosofia di vita giapponese, riportata da una saggista francese, Dominique Loreau, nel suo libro “Vivere in piccolo – la gioia di abitare in un pugno di metri quadri” .
La stessa ha spiegato come sia importante saper apprezzare le piccole cose, quelle essenziali.
Ma come è possibile riuscirci?
Sapendo allontanare ciò che di superfluo abbiamo, ma soprattutto imparando ad apprezzare ciò che invece può regalarci la vera serenità.
Vivere in case piccole, per quanto strano possa sembrarvi, dona davvero una grande libertà.
Pensate alle pulizie da fare, per rimettere in ordine una casa grande.
Non è mica la stessa cosa se dovessimo farle per una casa piccola, non credete?
Per non parlare dell’aspetto economico: le case piccole ci possono far risparmiare davvero tanto sull’affitto, sull’arredamento e su tutto ciò che concerne un’abitazione.
Pensate, in Giappone nulla è costruito per durare a lungo.
Le case giapponesi sono più di semplici “case”: sono abitazioni fatte ad hoc, affinchè possano soddisfare pienamente le esigenze di chi ci vive, ma allo stesso tempo rappresentano quasi una valvola di sfogo, per poter riuscire a vivere “bene” in una realtà urbana caotica.
E’ proprio per questo che risulta di fondamentale importanza vivere in piccoli spazi, dove vige un certo ordine.
In alcune parti del libro si legge:
“La casa deve permettere il riposo fisico e mentale, è più facile vivere bene quando si ha poco, perché gli oggetti complicano la vita, consumando tempo ed energia. Vivere in un piccolo spazio, quindi, non significa accontentarsi, ma avere più tempo per se stessi e per gli altri, per gli aspetti più intellettuali e spirituali della vita.
La vera ricchezza, insomma, è vivere con meno: quello che i giapponesi chiamano seihin (dignitosa povertà)”
Dobbiamo quindi, come suggerisce il libro, lasciare spazio alla nostra mente, alle nostre relazioni e possiamo riuscirci solo eliminando ciò che non ci serve, ciò che non fa altro che spogliarci delle nostre energie.
Questa stessa filosofia di vita sembra essere ripresa anche in un altro libro, scritto dalla stessa Dominique, intitolato appunto “L’arte della semplicità”.
La cultura nipponica sembra preferire inoltre abitazioni ricche di giochi d’ombre e riflessi, poichè predilige luoghi più intimi, discreti, non troppo luminosi.
“La penombra, ai loro occhi, arricchisce l’ambiente di fascino e di mistero,ma paradossalmente allarga anche lo spazio in maniera notevole.
In quelle piccole abitazioni dove tutto è leggero, flessibile, sobrio, compatto ed essenziale non manca nulla, e gli oggetti sono amovibili in modo che si possano adattare alle esigenze del momento”.
Le loro abitazioni sono infatti come angoli silenziosi, pieni di mistero.
Dove gli arredi non rivestono una grande importanza.
Dove non ci sono grandi divani, poichè ingombrano e creano distanza tra le persone.
O grandi tavoli, poichè è bello parlare, guardandosi negli occhi.
Per noi occidentali questa filosofia di vita può risultare claustrofobica.
Noi infatti consideriamo la casa con un’accezione completamente diversa da quella appena vista.
Per noi la casa è un luogo dove poter ritornare e assaporare il profumo dei ricordi.
Il luogo delle nostre radici.
Per i giapponesi è quel luogo in cui poter dormire, dove non si trascorre nemmeno così tanto tempo.
Per questo sembrano poter preferire case molto più piccole: perchè hanno bisogno di comodità e di un ambiente in cui si possa respirare un pò di pace.
Forse pensare di abitare in case piccole, confortevoli non sarebbe male.
Eliminando il superfluo, impariamo a fare anche spazio nella nostra vita.
E a chi non piacerebbe tutto questo?