Dopo Sanremo 2022, Michele Bravi è stato ospite di diverse trasmissioni ricevendo commenti positivi e critiche a conferma dei pareri discordanti che il suo brano e le sue esibizioni sanremesi hanno lasciato. Se infatti nella cornice offerta da Domenica In ha ricevuto i complimenti di Mara Venier, nel corso della trasmissione condotta da Serena Autieri, Dedicato in onda ogni sabato su Rai 1 il cantante si è visto indirizzare delle parole di fuoco da Vittorio Sgarbi che ha criticato soprattutto la cover portata sul palco dell’Ariston.
Il noto critico d’arte ha rivolto un duro attacco al cantante lasciandosi andare ad un’uscita suonata a molti telespettatori come omofoba. Sgarbi con il consueto piglio polemico ha definito Bravi “tutta femmina”, commentando con severità la sua interpretazione dell’iconico brano di Lucio Battisti “Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi” proposto nel corso della serata sanremese dedicata alle cover.
Vittorio Sgarbi deride Michele Bravi non risparmiandogli parole velenose
Il critico d’arte ai microfoni del programma Rai condotto dalla Autieri è intervenuto a gamba tesa sull’esibizione del cantante dichiarando: “C’era quell’altro che cantava una canzone di Battisti ‘come può uno scoglio’, che si chiama Bravi, tutto femmina. E cantava rivolgendosi ad una donna come se fosse un maschio. La canzone è fatta da Battisti per una donna e lui era un uomo e la declinava al maschile”. Vittorio Sgarbi non ha gradito la licenza presa da Bravi che invece di cantare il verso “quando lei se ne andò” lo ha sostituito con “quando lui se ne andò”.
Sgarbi: "Poi c’era quell’altro, che cantava la canzone di Battisti, che si chiama Bravi, tutto femmina". Lei ride. #dedicato pic.twitter.com/cmYkaWvacJ
— Giuseppe Candela (@GiusCandela) February 13, 2022
Anche la reazione di Serena Autieri ha spiazzato il pubblico da casa, visto che dopo l’affondo del suo ospite prima è scoppiata a ridere e poi ha tentato di rimediare allo scivolone, ma in maniera poco convincente commentando: “Adesso i cantanti hanno questo modo di vestirsi in modo stravagante”. Le sue parole hanno finito per esacerbare le polemiche sui social. Alle condanne nei confronti di Sgarbi si sono sommate le proteste di chi non ha gradito il giudizio della Autieri suonato come un attacco allo stile genderless che proclama una maggiore fluidità e libertà d’espressione per sradicare preconcetti e convenzioni sociali.
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