Nella nostra pancia è presente un autentico cervello in grado di influenzare il nostro umore e le nostre emozioni, lì ha sede gran parte del sistema immunitario. E sempre lì viene prodotta l’energia di cui abbiamo bisogno. Ecco perché quello che mangiamo ci influenza molto, ed ecco perché il cibo è strettamente collegato con le gratificazioni affettive negate.
Secondo gli psicoterapeuti gran parte dei traumi e delle emozioni che proviamo si riflettono sul nostro corpo. Provate a pensare a quanti modi di dire esistono nella nostra lingua direttamente collegati a ciò di cui sopra: Hai un cuore di pietra, mi è rimasto sullo stomaco, sono verde dalla rabbia ecc…
Le gratificazioni affettive negate e il cibo che mangiamo sono direttamente collegati fra loro
Il 90% delle comunicazioni sono “bottom-up”, ovvero dall’intestino al sistema nervoso centrale. Riguardano principalmente la trasmissione di informazioni generate dall’apparato digerente.
Esistono anche le comunicazioni “top-down”: lo stress e alcuni eventi traumatici possono trasferirsi all’apparato gastrointestinale trasformandosi in diarrea, stipsi e nausea.
Secondo alcune ricerche le persone depresse hanno il processo digestivo più rallentato, soffrendo di conseguenza di stipsi, mentre le persone ansiose esattamente il contrario.
Anche alcune emozioni influiscono sullo stomaco: è noto a tutti come la paura possa ridurre la dilatazione dello stomaco inducendo un senso di sazietà.
Il cibo e l’evoluzione
Lo stressa può causare diarrea e vomito. E’ quindi finalizzato a salvarci la vita: l’uomo delle caverne in caso di pericolo si liberava l’intestino per velocizzare la fuga.
Gratificazioni affettive negate: il cibo riempie un vuoto
Il Dottor Pastorini afferma che:
“Mangiare può prendere inizio da una sensazione fisica, ma molto spesso da un’emozione. Se stai mangiando mentre stai provando noia, stress, fatica, tensione, rabbia, solitudine, ansia o depressione, ricorda che sei dentro alla fame nervosa per riempire un vuoto. La fame corporea non arriva all’improvviso: è la fame nervosa che ti coglie di sorpresa. E’ la fame nervosa quella che ti fa aver bisogno di essere immediatamente sazio. La fame corporea può aspettare.”
La Dottoressa Carla Sale Musio, con queste parole spiega l’importanza dell’allattamento naturale:
“Durante le poppate il piccolo ritrova la fusione con il corpo materno e sperimenta nuovamente la totalità che esisteva prima della nascita. Nella nostra frenetica vita moderna, però, quello è spesso anche l’unico momento di intimità concesso alla madre e al bambino Gli orari di lavoro, la gestione della casa, l’accudimento di altri fratellini e un certo tipo di pedagogia distolgono l’attenzione della mamma, impedendole quella dedizione totale di cui ogni nuovo nato ha bisogno per superare positivamente il trauma della nascita”.
Gratificazione affettive negate: ecco come il cibo sostituisce gli abbracci
Nella nostra cultura così scarsa di contatto umano l’affettività trova nel cibo un degno sostituto.
L’allattamento è così importante perché il bambino soddisfa in quel modo il suo bisogno d’amore di cui ha tanto bisogno per sopravvivere.
Per concludere, prima di pensare ad una giusta alimentazione, bisognerebbe ricordarsi della forza che la mente emana sul nostro corpo: anche il cibo più sano e più nutriente può creare problemi se le nostre emozioni non sono positive.
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