Il direttore del quotidiano Il Riformista, Piero Sansonetti, spesso ospite del TG4, ha scatenato un polverone con un tweet sui fratelli Bianchi che ha fatto molto parlare. Il giornalista che non ha mai nascosto di essere un garantista ha espresso il suo disappunto dopo la sentenza con cui Marco e Gabriele sono stati condannati all’ergastolo per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte. Il direttore Sansonetti non ha contestato la sentenza di per sé, ma il fatto che i giudici di Frosinone abbiano stabilito che i due condannati scontino la pena in due carceri diversi.
Ma da tempo i due fratelli sono stati separati, visto che Marco Bianchi è stato in seguito rinchiuso nel carcere di Viterbo, mentre suo fratello Gabriele è rimasto a Rebibbia. Ecco perché molti in rete hanno trovato pretenzioso il commento di Piero Sansonetti: “Hanno separato i fratelli Bianchi, dopo l’ergastolo. Non si vedranno mai più. Lo stato si comporta con loro con la stessa ferocia con la quale loro si sono comportati con Willy. A me non piace questa cosa. Non trovo che sia civiltà”.
Piero Sansonetti scatena la rabbia del web con il suo commento sui fratelli Bianchi
Il tweet del giornalista ha infervorato gli animi degli internauti che sono insorti per criticare il suo aver equiparato la violenza dei fratelli Bianchi contro Willy a quella dello Stato italiano, che ha voluto infierire, a suo dire, contro di loro separandoli in carcere. Chi proprio non ha apprezzato un simile paragone ha voluto ricordare la brutalità dei due condannati, citando ancora una volta come i due hanno infierito sul corpo della loro vittima.
In tanti puntando il dito contro Piero Sansonetti si sono soffermati sulla perizia fatta in tribunale dal medico legale Saverio Potenza che ha spiegato come Willy sia stato ripetutamente percorso alle spalle e sul volto: una violenza inaudita che ha danneggiato i suoi polmoni ed il cuore, a cui si sono sommati altri colpi che hanno interessato il volto all’altezza degli zigomi. Quella che ha subito Willy è una violenza, i due Bianchi anche se in carcere e separati non hanno subito aggressioni da parte degli altri detenuti né altre forme di soprusi.
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