Renato Zero, artista dalla personalità eccentrica sin dai suoi esordi, è ancora oggi riconosciuto uno degli interpreti più importanti della musica italiana, grazie ai suoi brani iconici ed alla sua storia che lo ha fatto diventare l’indiscusso “re dei sorcini”. I suoi fan, che compongono una variegata platea a cavallo di diverse generazioni, sono stati ribattezzati proprio da lui con l’appellativo di ‘sorcini’, mentre all’inizio della sua carriera si facevano chiamare zerofolli.
Il cantautore romano ha scelto di farsi chiamare Renato Zero, mentre all’anagrafe è Renato Fiacchini, motivando il suo nome d’arte facendo riferimento ai commenti che si sentiva rivolgere di continuo quando da giovane ha iniziato ad esibirsi nei locali romani – “Sei uno zero” – queste le stroncature ricevute, a cui l’artista in segno di sfida ha risposto assumendo un nome d’arte provocatorio. Ma dopo le prime stroncature, il cantante si è imposto a partire dagli anni Settanta, diventando uno dei grandi nomi del glam rock, con il suo eccentrico stile provocatorio, per poi raggiungere piena consacrazione artistica negli anni Novanta, ed in quel periodo è datata anche la sua prima volta sul palco di Sanremo.
Negli anni l’artista ha confermato di avere un debole per i costumi di scena e di essere avvezzo al trasformismo: quando non era ancora famoso si cuciva da solo i propri abiti che accompagnava con un make up ad effetto. Il suo stile è diventato negli anni una vera e propria fonte d’ispirazione per le grandi pop star internazionali.
Renato Zero, perché i suoi fan si chiamano sorcini?
Ma la sua estrosità ha alimentato anche le voci di un suo orientamento gay, che Renato Zero ha sempre negato fino a dichiarare nelle sue ultime interviste che hanno riaperto l’argomento: “Mi chiedono di fare outing. Ma perché devo accettare l’idea di essere omosessuale quando so che ho amato e continuo ad amare donne?” – queste le sue parole affidate alle pagine di Diva e Donna.
Dagli esordi ad oggi il camaleontico cantautore romano è riuscito ad incidere il suo nome nell’olimpo della musica nazionale, godendo di un encomiabile sostegno da parte della numerosa schiera di sostenitori a cui ha affibbiato personalmente un soprannome particolare, che lui stesso ha motivato. Renato Zero ha coniato il famoso soprannome per i suoi fan, chiamandoli “sorcini” nei primi anni Ottanta quando in occasione di una sua incursione a Marina di Pietrasanta ha chiesto ad un suo amico di fare un giro in motorino.
Una gita su due ruote che ha finito per trascinare dietro di sé all’inseguimento una coda di ragazzi a bordo di motorini, e così evocando la scena iconica della fiaba del pifferaio magico ha sentenziato in presenza delle forze dell’ordine, intervenute per ripristinare l’ordine su strada: “Lasciateli stare, sono carini, sembrano tanti sorcini”. Da allora i suoi fan hanno abbracciato il nome di sorcini e lui è diventato il loro re, visto che il cantante romano ha continuato a chiamarli con questo soprannome, dedicando loro anche un pezzo: “I figli della topa” uscito nel 1981, mentre l’anno seguente l’artista ha presenziato le cosiddette ‘Sorciadi’ allo stadio Eucalipti a Roma.