Il ritrovamento della carcassa dell’orso M62, considerato uno degli esemplari “problematici” presenti sul territorio del Trentino, ha provocato uno strascico di discussioni a cui hanno aderito anche gli animalisti. Un gruppo di escursionisti ha ritrovato l’animale morto, in stato di decomposizione, in una zona ripida tra il lago di Molveno e San Lorenzo Dorsino, e dopo le dovute indagini l’esemplare è stato identificato nell’orso M62.
L’identità dell’animale è stata appurata analizzando le marche auricolari, mentre le cause del decesso devono essere appurate con certezza dall’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, anche se si presume esaminando le ferite sulla carcassa dell’orso, che forse ha subito un’aggressione da parte di un maschio adulto. Questa supposizione avanzata dal Corpo forestale del Trentino dovrà essere verificata dalle analisi dell’Istituto zooprofilattico.
L’orso M62, nato nel 2018, era un esemplare maschio di circa 5 anni, individuato come uno dei tre esemplari problematici, come JJ4 l’orsa identificata come l’animale che ha aggredito Andrea Papi, e come l’orso MJ5 responsabile a sua volta dell’aggressione di un escursionista in valle di Rabbi. Si tratta di tre orsi catalogati come “problematici” e per questo destinatari di un’ordinanza da parte del presidente della provincia di Trento Maurizio Fugatti.
Morto l’orso M62, uno degli esemplari “problematici” del Trentino
L’orso M62 è stato più volte campionato geneticamente ed anche se non ha mai aggredito nessuno si è reso protagonista di ripetute scorrazzate nelle vicinanze dei centri abitati, oltre ad aver mostrato in più occasioni una condotta troppo confidente verso l’uomo (il primo caso di comportamento “confidente” si è verificato in piena estate nel 2020 a Ville d’Anaunia in località Cialana quando ha avvicinato un uomo).
La morte dell’animale ha indispettito l’Enpa che ipotizza la possibile mano del bracconaggio: “Non vorremmo che la campagna di odio e di vendette, una vera caccia alle streghe, scatenata dal presidente della PAT avesse finito per armare la mano dei bracconieri. L’orso M62 era stato condannato a morte solo perché in passato si era avvicinato alle zone abitate dove era stato attirato dai rifiuti lasciati incustoditi” – questo quanto reso noto dall’associazione degli animalisti che ha chiedono l’accesso al referto necroscopico sull’animale.
In caso di un’eventuale responsabilità dell’uomo nella morte di M62, l’Enpa ha annunciato che procederà per vie legali, trovando sostegno nell’Oipa – Organizzazione internazionale protezione animali – che ha fatto sapere che richiederà la consultazione degli atti alla Provincia autonoma di Trento ma anche allo stesso Istituto zooprofilattico delle Venezie che avrà il compito di condurre gli esami sulla carcassa dell’orso.
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