Dal lontano 2013 Myss Keta si è sempre mostrata mascherata, e dopo 10 anni dall’uscita del suo primo singolo “Milano, sushi & coca”, l’artista ha spiegato le ragioni per cui ha deciso di celare la sua identità, non mostrando mai il suo volto. In occasione del suo decennio di attività, l’artista ha concesso una lunga in intervista con il Corriere della Sera, al quale ha svelato dei dettagli inediti della cantante, il cui nome è legato non solo a brani dal testo impertinente ma anche ad un look ben riconoscibile.
Myss Keta non solo si cela dietro ad una coltre di mistero celando il suo volto ma si mostra sempre con un look accattivante, l’artista infatti non rinuncia mai ai suoi occhiali da sole ed all’indossare una mascherina: “Senza maschera mi conoscono solo mia madre e l’ostetrica”. Per ricostruire informazioni su di lei, i fan analizzano attentamente le frasi dei brani da cui è emerso che ha origini tedesche e si fa portavoce della cultura underground di Milano.
Myss Keta svela il motivo della sua maschera
Nel motivare la segretezza sulla sua identità ha detto: “Lascio la mia biografia avvolta nel mistero, il personaggio di Myss fa capire alcune cose del passato, ma affido a chi mi segue la curiosità di unire i puntini. Il rischio di mostrare un proprio lato ‘intimo’ è quello che accomuna tutti gli esseri umani. La maschera di Myss rispetto ad altri artisti è esplicitata, visivamente e fisicamente. È la maschera che ogni artista porta con sé sul palco. Ma dietro la maschera c’è un cervello che si muove, un artista che si evolve, un progetto che cambia. Non vedo il rischio di rimanere incastrata”.
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Ma l’artista seppur cela la sua vera identità si è esposta più volte su temi importanti diventando un’icona Lgbtq+, senza rinunciare a dire la sua su argomenti di grande attualità e di politica, come suggerito dal commento sull’esecutivo della Meloni: “Con un Governo come quello in carica non bisogna dare per scontato nessuno dei diritti che abbiamo acquisito finora. Purtroppo ci sono leggi che possono cambiare, lo abbiamo visto in altri Paesi: stavamo dando per scontato il diritto all’aborto, invece si può tornare indietro anche su questi temi”.
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