In seguito allo scherzo telefonico perpetrato da comici russi, il consigliere diplomatico di Giorgia Meloni ha rassegnato le sue dimissioni. La Presidente del Consiglio ha espresso la sua posizione con fermezza: “Verso la fine della telefonata ho avuto un sospetto e ho immediatamente allertato il mio ufficio diplomatico. Purtroppo, c’è stata una certa leggerezza nelle verifiche. Questo episodio è stato gestito in modo inadeguato, ed è per questo che stamattina il mio consigliere diplomatico, Francesco Talò, ha presentato le sue dimissioni, che ho accettato con gratitudine”.
La vicenda ha sollevato un polverone mediatico, con Meloni che ha aggiunto: “La telefonata è stata diffusa principalmente da canali legati alla propaganda del Cremlino, il che dovrebbe far riflettere coloro che hanno amplificato le voci di questi comici, i quali hanno negato in televisione qualsiasi collegamento con il Cremlino. Se davvero siamo stati bersaglio di una campagna di disinformazione a causa delle nostre posizioni internazionali, e se ci sono in Italia soggetti pronti a risonare queste distorsioni, sarei profondamente delusa”.
Questo incidente non solo ha messo in luce la vulnerabilità di figure di alto livello a tattiche di disinformazione, ma ha anche sollevato interrogativi sulla sicurezza delle comunicazioni ufficiali e sulla capacità di riconoscere e contrastare tentativi di manipolazione.