Bill Gates, fondatore di Microsoft, ha previsto che di qui a pochi anni l’intelligenza artificiale rivoluzionerà il mondo del lavoro con delle ripercussioni da non trascurare: si registrerà un aumento del tasso di disoccupazione. Il futuro del lavoro e il ruolo dell’intelligenza artificiale (IA) sono stati al centro di recenti dichiarazioni da parte del magnate che ha dichiarato che in futuro potremmo lavorare solo tre giorni a settimana grazie a questo ausilio.
Intervenendo nel programma What Now? di Trevor Noah, il fondatore di Microsoft ha descritto un futuro in cui le persone non devono più lavorare duramente perché ci saranno delle macchine che producono cibo ed offrono altre soluzioni in tutti i campi del lavoro e della quotidianità. Gates ha comunque espresso preoccupazione riguardo all’aumento della disoccupazione a causa dell’automazione, esempi concreti, come la sostituzione dei copywriter con chatbot da parte della Bluefocus Intelligent Communications Group in Cina, dimostrano questa tendenza.
Bill Gates, come lavorare solo tre giorni a settimana
Allo stesso tempo, l’IA è vista come un motore di trasformazione in vari settori, con la previsione di assistenti personali alimentati da IA per tutti. Secondo Gates, l’IA cambierà il modo in cui le persone lavorano, imparano, viaggiano e comunicano, interi settori si organizzeranno in base all’IA: “Nel prossimo futuro, chiunque sia online sarà in grado di avere un assistente personale alimentato dall’intelligenza artificiale che va ben oltre la tecnologia di oggi”. Jamie Dimon di JPMorgan Chase condivide questa visione, prevedendo lavori ridotti a tre giorni e mezzo a settimana grazie alla tecnologia.
Anche Goldman Sachs e l’Università della Pennsylvania hanno rilevato l’impatto significativo dell’IA sul mercato del lavoro, con prospettive di sostituzione di milioni di posti di lavoro e cambiamenti nei ritmi lavorativi e nelle competenze richieste. Ci sono anche voci critiche riguardo all’effetto dell’IA sul lavoro: rapporti come quello del Consiglio per il commercio e la tecnologia USA-UE evidenziano i potenziali rischi di interruzioni nel mercato del lavoro. Inoltre, secondo Mathias Cormann dell’OCSE ed Ivana Saula dell’Associazione internazionale dei macchinisti e dei lavoratori aerospaziali, l’implementazione dell’IA ha portato a un aumento dell’intensità del lavoro e a una pressione maggiore sui lavoratori, senza un corrispondente aumento dei salari.
Queste osservazioni evidenziano la complessità della transizione verso un’economia più guidata dall’intelligenza artificiale, sollevando questioni critiche sulla gestione dell’equilibrio tra progresso tecnologico e benessere dei lavoratori.
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