Un nuovo intervento da parte dell’esercito, nel corso della mattina del 21 marzo, con camion militari ha reso possibile il trasferimento di una settantina di feretri dal cimitero di Bergamo in altre zone del Nord. Così a distanza di pochi giorni è stato necessario ricorrere di nuovo ai camion militari. Per trasportare le vittime in Emilia Romagna per la cremazione.
In questa situazione di emergenza per l’alto numero dei decessi dei pazienti contagiati da Coronavirus, non è possibile neanche organizzare un funerale. Tra le norme da rispettare, per arginare la diffusione del virus, c’è anche il divieto di celebrare i funerali per evitare assembramenti.
A Bergamo nelle ultime settimane a causa dell’alto numero di decessi si è dovuto richiedere il sostegno dei camion militari, per il trasporto sicuro delle bare. Nel corso dell’intervento di venerdì, nel cimitero monumentale di Bergamo sono giunti altri camion militari per prelevare i feretri. I quali si trovavano in giacenza presso la camera mortuaria e nella chiesa.
Una decisione necessaria in quanto il forno crematorio non è capace di fronteggiare il numero di morti. Che nella zona bergamasca sale di giorno in giorno. In riferimento alla nuova operazione dei camion militari ed alla criticità che vive Bergamo, il sindaco Giorgio Gori ha espresso tutto il suo rammarico. Questo il suo commento: “La lucina in fondo al tunnel speriamo che cominci a vedersi, per ora non si vede. Speriamo che cominci a vedersi qualche effetto di questa cosa che io ancora non vedo francamente”.
L’appello dei sindaci a fermarsi per evitare ulteriori interventi dei camion militari
I camion militari partiti da Bergamo hanno trasportato i feretri a Ferrara. Sotto la scorta dei carabinieri del radiomobile dal casello autostradale. Da quanto reso noto, le bare sono destinate alla Certosa di Ferrara ed al cimitero di Copparo.
Per sollecitare il rispetto delle restrizioni si rivolge un appello firmato da 243 sindaci dei Comuni Bergamaschi. Tra i protagonisti di tale iniziativa c’è il primo cittadino di Bergamo, Giorgio Gori. Questo appello è poi stato inviato al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Ma si è inviato anche al governatore lombardo Attilio Fontana.
In esso si legge: “Al momento riteniamo che l’adozione di coraggiosi nuovi provvedimenti restrittivi possa rappresentare l’unica ed auspicabile soluzione per una tragedia che sembra oggi, che i contagi aumentano inesorabili, non avere fine”.
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