Anche in tv continua a parlare del caso Giovanna Pedretti. La vicenda ha visto il colpo di scena di un’accusa inconsueta: la responsabilità della “gogna social” sarebbe da attribuire alla destra politica.
Caso Pedretti: Capezzone scatenato, “Un fiasco da social!”
È quanto emerso nel dibattito di “Dritto e rovescio” del 18 gennaio, dove Daniele Capezzone, in pieno stile da battitore libero, ha fatto a pezzi tale tesi. Si discute di una tragedia consumatasi dopo una “bast**ata”*, e il direttore editoriale di Libero si indigna:
“Ma ‘gira gira è colpa della destra. Ma siamo impazziti? Cioè se ti lascia la fidanzata è colpa di Meloni, se ti lascia il fidanzato è colpa di Salvini, se aumentano i carciofi è colpa del fascismo… Non può funzionare così, non è serio”.
Il tormentone mediatico si è poi spostato sull’ormai celebre recensione omofoba, che ha messo sotto accusa la ristoratrice di Lodi. Lorenzo Biagiarelli, chef e food blogger, ha messo in dubbio l’authenticità dei post, un sospetto condiviso dalla sua compagna Selvaggia Lucarelli, e insieme hanno paventato l’ipotesi di una mossa di marketing. Nel corso di questo ciclone mediatico, Lucarelli finisce nuovamente sotto i riflettori, e poi il tragico epilogo.
Capezzone non si trattiene:
“Non farei mai un’accusa giuridica a Selvaggia Lucarelli, sia chiaro, ma se questo grande infortunio morale fosse capitato a me, al mio amico Mario Sechi, a Paolo Del Debbio o ad Alessandro Sallusti e a Maurizio Belpietro, saremmo stati impiccati in piazza”.
La sua verve non si arresta, e prosegue a critica spiazzante:
“E invece io leggo grandi articoli in cui si dice ‘povero Lorenzo Biagiarelli, come ha sofferto, voleva fare la rockstar e ha fatto solo Ballando con le stelle e fa solo il cuoco su Raiuno…”.
La polemica si infiamma ulteriormente quando Capezzone, con veemenza, puntualizza un problema dei social che, secondo lui, in questo caso ha nome e cognome: Selvaggia e Lorenzo.
“Ci sarà un problema dei social, ma questa volta il problema si chiama Selvaggia e Lorenzo, non è che ora siccome loro hanno fatto una put***ata chiudiamo la libertà degli altri, è chiaro terzo?”
E come se non bastasse, il direttore richiama altre controversie riguardanti Lucarelli, come la sua presa di posizione riguardo la raccolta fondi per un ragazzo vittima di uno squalo in Australia. Capezzone è implacabile:
“Ma come ti permetti di prendertela con una persona che sta in rianimazione, intubato, si sveglia dalla anestesia e apre il telefono e trova una tempesta di m** contro di lui orchestrata dalla Lucarelli? Oh ma siete pazzi?”.
Il caso Pedretti si trasforma così in una sorta di specchio dei tempi, dove le dinamiche social si intrecciano con le logiche politiche in un gioco di rimandi e colpe che lasciano il pubblico a interrogarsi su chi detenga davvero le redini della narrazione pubblica.