Vladimir Luxuria, personaggio pubblico noto per il suo passato come drag queen, ha condiviso alcune storie piccanti e poco conosciute. Questi aneddoti sono stati rivelati in un documentario realizzato da Roberto D’Agostino e Marco Giusti, intitolato “Roma Santa e Dannata”.
Segreti oscuri rivelati da Luxuria: politici in situazioni imbarazzanti le dicono di tacere
Luxuria, che sarà presto alla guida della nuova edizione dell’Isola dei Famosi, ha ricordato i giorni trascorsi come regina di uno dei locali LGBTQ+ più famosi di Roma, il Muccassassina. Qui, la ribellione era la norma:
“Era una sala unica, con un palco molto alto e noi lo chiamavamo la ‘musica frocia’”.
Artisti come la Carrà e gli Abba riecheggiavano nel locale, scatenando danze selvagge tra la folla. Quando le luci si alzavano, tutti si univano in un ballo collettivo, simile al Sirtaki, tenendosi per mano in un’atmosfera che ricordava le opere di Matisse. La diversità era celebrata: gay, lesbiche, transessuali a tempo pieno o parziale, eterosessuali e eteroflessibili tutti insieme.
Anche celebrità frequentavano il club, chiedendosi timorosamente se ci fossero fotografi in agguato. Col tempo, tuttavia, la popolarità del Muccassassina crebbe a tal punto che gli stessi iniziavano a sperare nella presenza di fotografi. Luxuria rivela:
“Mi chiedevano ‘mica ci sono i fotografi?’, perché avevano paura di farsi vedere. Dopo un po’ di anni, quando Muccassassina era diventato un evento, gli stessi chiedevano che ci fossero i fotografi. Sai quanti politici mi si sono avvicinati, quando sono stata eletta deputata, che mi dicevano: ‘Non dire che m’hai visto al Muccassassina, eh’. E io: ‘No, chi t’ha visto, stavi sempre nella dark room’.”
Luxuria poi non risparmia i politici, lanciando una frecciata agrodolce:
“Quanti ne ho conosciuti che di giorno stavano lì a dire ‘noi difendiamo i valori della famiglia’ e la sera te li trovi calati nel parco a novanta, non a cogliere le margherite”.
Questo commento sottolinea l’ipocrisia di alcuni che di giorno sostengono una cosa e di sera ne fanno un’altra ben diversa.