Non è un volto molto conosciuto quello di Andrea Gori, Primario di Malattie Infettive del Policlinico di Milano.
In questi lunghi e drammatici mesi di pandemia Andrea Gori ha concesso poche interviste, e quando lo ha fatto è stato sempre molto pacato. Il Corriere della Sera lo ha sentito in queste ore, finite le vacanze di agosto, e alla ripresa della normale routine quotidiana. “Non ci meritiamo un’altra ondata. Abbiamo un’arma potentissima e possiamo evitarla”, dice Gori. Che, inevitabilmente, viene invitato a parlare del vaccino e di coloro, ancora tanti, che non lo hanno fatto, i no-vax.
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Il primario di malattie infettive Andrea Gori parla dei no-vax
“Rischiano la vita, ma continuano a sostenere, peraltro senza alcuna motivazione scientificamente valida, la scelta di non vaccinarsi… sono senza giustificazioni”. “Sono convinto, dice il Primario, che il Sistema sanitario possa gestire un’eventuale nuova ondata, ma davvero non ce la meritiamo”.
Il dottor Gori è stato uno dei tanti medici che hanno combattuto silenziosamente, ed in prima fila, l’emergenza del Covid. Ricorda i primi tempi, quando finito l’ossigeno si utilizzava persino quello delle ambulanze per cercare di strappare alla morte i pazienti più gravi.
Per questo oggi, anche lui, insiste sull’unica importante arma che abbiamo per non tornare a quella drammatica esperienza. Dice ancora Andrea Gori: “Gli strumenti per evitarla ci sono: i vaccini stessi.” Ricordando come in queste ore il suo reparto sia occupato al 90% da persone che non hanno voluto vaccinarsi.
L’elogio ai giovani
Elogia poi i giovani il dottor Gori, soprattutto la fascia di età compresa dai 14 ai 18 anni. Alla vigilia della ripresa dell’anno scolastico il segnale che arriva da questa categoria di persone lo definisce molto importante. “Stanno dimostrando un grande senso di responsabilità, dice Gori, perché scelgono di ricorrere all’iniezione e limitano così la circolazione del virus”.
“Chi è vaccinato ha un’infezione molto blanda, ripete il Primario, con rari casi di insufficienza respiratoria, quasi mai hanno bisogno di assistenza con l’ossigeno”. La preoccupazione è sempre una, quella cioè di non intasare gli ospedali, come avvenuto nelle ondate precedenti.