Antonella Mosetti rivela i segreti del suo nuovo lavoro online a Cruciani: “Devi fare la faccia da zozza”. Cifra assurda per un nudo integrale

Antonella Mosetti si è reinventata come imprenditrice di sè stessa nel mercato digitale. La nota showgirl e icona degli anni ’90, celebre per la sua partecipazione a ‘Non è la Rai’, ha abbandonato le luci della televisione per dedicarsi a una carriera online, dove vende immagini di sé su richiesta.

Antonella Mosetti, il nuovo business su Onlyfans

Antonella Mosetti ha confessato in una recente intervista con Giuseppe Cruciani e David Parenzo che la sua tariffa per una foto integrale può superare i 10.000 euro.

“La faccia da zozza? La devi fare, la fanno tutte. Quello ti porta lavoro, ti porta soldi”

La sua strategia? Sfruttare l’immagine personale sui social media. La Mosetti ha scoperto un nuovo metodo di guadagno attraverso Instagram e altre piattaforme, condividendo con i fan non solo il suo volto ma anche parti più riservate del corpo, come lei stessa ammette:

“Le t***, un po’ il c**, un po’“.

Le richieste da parte degli ammiratori sono diverse e particolari, specialmente quelle riguardanti le estremità inferiori. Il prezzo per una foto dei piedi varia dai 2.000 ai 3.000 euro, e aumenta se include particolari azioni come l’applicazione di crema o schiuma, per un’atmosfera più erotica. Parlarne, poi, ha un suo costo aggiuntivo.

Antonella Mosetti sottolinea la sua indipendenza finanziaria e la soddisfazione personale per le scelte fatte: non si appoggia a nessuno e gestisce la sua immagine come meglio crede.

“La foto delle te**e quanto vale? Anche 5000. Finché dio mi dà la forza di stare bene, mi vendo come credo che sia la cosa migliore”

La showgirl conclude riflettendo sulla sua carriera: ha rischiato molto, ma è felice della strada intrapresa, sottolineando che ha fatto tutto da sola, senza l’appoggio di una relazione sentimentale. Antonella Mosetti si è trasformata da icona televisiva a imprenditrice del proprio fascino, navigando le acque del digital marketing con un approccio audace e senza filtri, dimostrando che l’immagine, se ben capitalizzata, può essere un potente mezzo di sostentamento nell’era digitale.