Maurizio Landini ha reso noto qual è la proposta della Cgil, pattuire un aumento dei salari, per contrastare l’inflazione, optando per una soluzione diversa rispetto al bonus una tantum da 200 euro. Infatti il numero uno della Cgil invita ad aumentare i salari piuttosto che a fare affidamento su un bonus una tantum. Nel corso del convegno del sindacato “Il lavoro interroga”, a cui hanno preso parte diversi rappresentanti del centrosinistra, tra cui Enrico Letta, Ettore Rosato, Carlo Calenda, Roberto Speranza, Giuseppe Conte, Maurizio Acerbo, il leader del sindacato ha proposto un’opzione che potrebbe dare dei buoni risultati, per affrontare in modo positivo l’inflazione ed il caro-bollette: due temi caldi dell’attualità.
Analizzando il quadro attuale, caratterizzato da una serie di difficoltà che impediscono alla maggior parte dei cittadini di arrivare a fine mese, Maurizio Landini ha illustrato la proposta della Cgil: un intervento da adottare nell’immediato. “Tutti parlano del prossimo autunno, ma siamo già ora nell’autunno caldo. Bisogna, quindi, aumentare il netto in busta paga, serve far crescere i salari. Il governo ha deciso per una tantum di 200 euro mentre per poter reggere questa situazione, tra inflazione e costi di energia, ai lavoratori servirebbero che nei rinnovi i contratti prevedessero un aumento di almeno di 200 euro nette al mese“.
Il leader della Cgil durante il suo intervento sul palco del convegno del sindacato si è soffermato anche sulla recente proposta di Enrico Letta di indirizzare i fondi della prossima legge di Bilancio al taglio del cuneo fiscale, e secondo Landini questo taglio dovrebbe essere destinato per intero ai lavoratori, come ha precisato commentando: “Non è più il momento del ‘dividere un pochino’ con le aziende e senza abbassare la guardia sul sistema pensionistico. Se infatti tagliare il cuneo per aumentare i salari finisce con il tagliare anche i contributi che servono a una pensione di dignità è un problema“.
Nel suo intervento, il leader della Cgil ha chiamato in causa anche il caso della ragazza campana, a cui erano stati offerti 280 euro al mese per 10 ore di lavoro al giorno. Con tono severo Landini ha ammesso che sarebbe stato necessario intavolare una protesta contestando duramente i commenti di coloro che invece hanno accusato la giovane di non aver voglia di lavorare. Landini ha rivolto anche una dura invettiva contro il lavoro nero chiedendo al governo un intervento più deciso, scendendo in campo con il mondo politico coalizzato per una “battaglia comune di dignità, di qualità del lavoro“.
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