Con l’arrivo del nuovo anno, sono scattati i tanto temuti aumenti sulle tariffe autostradali in alcune tratte italiane. Come comunicato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), i rincari coinvolgono alcune delle principali arterie del Paese. Ma vediamo nel dettaglio cosa cambia e quali tratte sono interessate.
La società Autostrade per l’Italia (ASPI), che gestisce una rete di circa 2.800 chilometri, ha applicato un adeguamento tariffario dell’1,8%, un incremento legato al tasso di inflazione previsto per il 2025. Questo significa che il costo medio dei pedaggi subirà un ritocco verso l’alto. Per fare un esempio concreto, un pedaggio che prima costava 10 euro ora salirà a 10,18 euro, mentre per una tariffa di 20 euro il costo sarà incrementato di circa 36 centesimi.
Tra le tratte più rilevanti coinvolte dall’aumento ci sono:
•A1 Milano-Napoli, la principale dorsale nord-sud del Paese.
•A14 Bologna-Taranto, un’arteria fondamentale per collegare l’Adriatico al resto d’Italia.
•A4 Torino-Trieste, una delle autostrade più trafficate.
Il MIT, tuttavia, ha sottolineato che gli sconti generalizzati per gli utenti rimarranno attivi, evitando rincari ben più pesanti, che avrebbero potuto raggiungere il 3% complessivo.
Anche la società concessionaria che gestisce la tratta Salerno-Pompei-Napoli ha applicato un aumento, seppur leggermente inferiore, pari all’1,67%. Si tratta di una delle arterie più trafficate del Sud Italia, fondamentale per il turismo e i collegamenti locali.
Questo adeguamento rappresenta un impatto economico ridotto rispetto a quello di altre tratte, ma comunque significativo per gli utenti abituali.
La buona notizia è che per ben 22 società concessionarie non ci sono stati aumenti. Ciò significa che molte delle autostrade italiane, almeno per ora, mantengono le tariffe invariate. Questo è stato possibile grazie a un lavoro di mediazione tra il ministero e le società concessionarie.
L’aumento delle tariffe è una questione che non smette di far discutere, soprattutto considerando l’impatto che ha su lavoratori pendolari, autotrasportatori e viaggiatori abituali. Tuttavia, il MIT ha assicurato che continuerà a monitorare la situazione per evitare rincari spropositati e garantire un equilibrio tra le necessità delle concessionarie e quelle degli utenti.
Con questi incrementi, viaggiare lungo le autostrade italiane diventa leggermente più costoso, ma almeno i rincari sono stati contenuti. La domanda, ora, è: cosa riserva il futuro per il sistema autostradale del nostro Paese?
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