Al giorno d’oggi, la moda, i social e le tendenze del momento, perseguono un maniacale bisogno di apparire, dove la finzione e l’illusione regnano sovrane.
Tutto viene messo in vista, e tutto deve evidenziare “ordine e perfezione”.
Il noto scrittore, educatore e filosofo brasiliano, Mario Sergio Cortella, (gradita presenza nelle trasmissioni televisive che si occupano di psicologia e società, educazione e teorie del comportamento e processi cognitivi), analizzando alcuni aspetti della società contemporanea, in una delle sue affermazioni ironiche sostiene che “una casa ordinata è una casa triste”.
Con questa frase, Cortella, non critica la pulizia di un ambiente casalingo, che è necessaria e indispensabile per chi ci vive, ma analizza gli attuali comportamenti sociali che perseguono un’ostentazione eccessiva di “ordine e perfezione”.
Questo accade perché tutto deve “sembrare” bello, preciso e ordinato per essere fotografato e reso pubblico sui social.
Ambienti impeccabili, cucine brillanti, divani e cuscini ordinati e perfetti.
Cortella, afferma che “questa non è la realtà” ma un ideale di vita che non esiste, un modello di società che non accetta i difetti e le mancanze della vita reale, che vuole apparire impeccabile senza le sue imperfezioni.
La casa, la famiglia, la vita, non sono ideali di perfezione e splendore, ma confusione, momenti tristi, impegni faticosi, baraonda, caos, disordini, cose in sospeso e problemi da risolvere.
La vita di una casa viva, animata, è spesso disordinata, con tracce di spuntini in cucina, bicchieri usati sui tavoli, di segni sui cuscini, righe sui divani, giubbotti poggiati sulle sedie.
La vita nella nostra casa non dev’essere una prigione, una schiavitù, ma libertà e spontaneità.
Cortella, fa un esempio molto semplice per farci comprendere che la vita è “condividere”, “stare insieme” anche se il prezzo da pagare è il disordine in casa e la confusione.
Racconta, infatti, che quando era piccolo, i preparativi per i compleanni, duravano alcuni giorni, e tutti, amici e familiari, erano impegnati a preparare e organizzare i festeggiamenti.
Cosa che oggi, invece non accade: i compleanni hanno ore prefissate, luoghi e parco giochi prestabiliti, animatori, organizzatori e promotori di eventi. Dove tutto si esaurisce nel giro di tre ore.
La differenza sostanziale sta nel vivere tutti i momenti della vita, preoccupandosi più della qualità dei rapporti con le persone che non dell’apparenza delle cose, considerando più chi ci abita in una casa, che non la casa stessa.
La vita non è essere impeccabili, ma piacevolmente imperfetti.