Il noto presentatore Amadeus ha criticato Chiara Ferragni per gli errori non concessi a un personaggio del suo calibro. La situazione si complica con nuove indagini che potrebbero davvero distruggere il mondo dorato dell’influencer.
Chiara Ferragni, anche Amadeus contro di lei
La Procura di Milano esamina nuove iniziative di Chiara Ferragni. Dopo il caso del pandoro e delle uova pasquali, ora si indaga su altri progetti, come quello della bambola Trudi. Il procuratore Eugenio Fusco è in attesa dei risultati, che potrebbero ampliare l’inchiesta.
In un mondo dove la generosità si intreccia spesso con le luci dello scandalo, si inizia a parlare anche di reati. Sotto la lente di ingrandimento si trova ora la distribuzione di dolci durante le feste natalizie e pasquali.
Gli scandali e i reati di Chiara: la “beneficenza” sotto la lente
Già da lunedì, la procura si riunirà per discutere come procedere con l’indagine, valutando se configurare il reato di frode in commercio e decidere su possibili iscrizioni nel registro degli indagati. Una volta chiuso questo capitolo, l’attenzione si sposterà sulle uova di Pasqua e altre iniziative simili che hanno visto protagonista la nota influencer, il cui obiettivo dichiarato era “fare del bene”.
Tra le iniziative sotto osservazione figura quella della bambola Trudi. “Tutto è avvenuto totalmente in linea con quanto pubblicato sul canale Instagram” – assicura Tbs crew Srl, società legata a Chiara Ferragni.
I proventi dalla vendita di questa bambola, effettuata tramite il sito e-commerce The Blonde Salad, sono stati interamente devoluti all’associazione Stomp Out Bullying nel luglio 2019. Nel frattempo, il dibattito politico si infiamma: si parla di una nuova legge che porterà il cognome dell’influencer, voluta da Giorgia Meloni e il suo partito. L’obiettivo è porre un freno al “far west” della beneficenza, prevenendo campagne di marketing fuorvianti e pratiche commerciali dubbie, le cui conseguenze potrebbero non essere così altruistiche come si pretende.
La premier ha già richiesto una relazione su questo tema, anticipando una possibile legislazione che obbligherebbe chi dichiara di fare beneficenza a divulgare i dettagli delle cifre raccolte, andando contro la non scritta regola di discrezione quando si compiono azioni caritatevoli.
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