“Coco” è il diciannovesimo film della Pixar, un film magico, tra i più belli, da guardare tutti insieme, in famiglia.
La storia ci porta direttamente in Messico nel Giorno dei Defunti.
Una storia da abbracciare per le sue tradizioni, la sua magia, i suoi colori, la sua musica e una ricca trama emotiva che non lascia indifferenti …
È una storia straordinaria sulla vita e sulla morte, la famiglia e l’impegno di un bambino per realizzare i propri sogni.
Racconta Lee Unkrich, sceneggiatore e regista di Coco, di aver avuto un grande rispetto per la responsabilità che era caduta nelle sue mani quando ha ricevuto l’approvazione per realizzare questo film.
Viene da Cleveland e non ha radici nella comunità latina. Sapeva che portare una produzione sulla tela dove l’aspetto culturale era tutto, richiedeva molta cura, delicatezza e, soprattutto, passione.
Coco è la storia di un bambino messicano intrappolato nella Terra dei Morti, dove siamo tutti invitati a fare una meravigliosa riflessione sulla famiglia, l’amore e il ricordo per coloro che non sono più qui.
“Il lavoro è iniziato nel 2011 – racconta Lee Unkrich – e da quel momento in poi sapevo molto bene cosa volevo per Coco: volevo una storia di famiglia, una trama in cui la fantasia avrebbe ballato con la realtà, ma dove la magia era nutrita da radici geografiche e sociologiche molto concrete.”
Va detto che all’inizio hanno incontrato più di qualche ostacolo nel realizzare l’idea di una trama sul “Giorno dei morti”.
Come conquistare i bambini con un film in cui gran parte dei personaggi sono scheletri e in cui la morte, il futuro, gli spiriti guida e i parenti defunti sono i protagonisti?
Bene, non solo tutti questi elementi sono stati ricevuti in modo straordinario, ma il messaggio di Coco entusiasma, trascende e lascia un segno su grandi e piccini.
Cocco, scheletri ambulanti, spiriti alati e segreti di famiglia
Lo scorso anno la Pixar propose Moana e quest’anno, in linea con la volontà di lavorare sull’aspetto della diversità e della ricchezza culturale, ha proposto al grande pubblico Miguel Rivera e tutta la sua famiglia. Quella di carne e sangue e quella che cammina con lui scheletro scioccante, ma sofisticato, in un mondo che a volte non è lontano da quello in cui viviamo.
Ad esempio, vale la pena menzionare il confine fisico tra il mondo dei vivi e quello dei morti, simile a un dipartimento doganale in cui non tutti possono passare.
In un certo senso, questo ci costringe a ricordare la politica di immigrazione del governo di Donald Trump; una sottile pennellata che indubbiamente ci invita ad un’altra riflessione.
Tuttavia, Coco non vuole essere un film di denuncia sociale. Coco è soprattutto una celebrazione della vita, della famiglia e dell’amore inscenati nel luogo più paradossale possibile. Il mondo dei morti.
È qui che Miguel Rivera arriva casualmente in compagnia del suo cane. Questo dodicenne messicano vuole essere un artista, vuole rivelarsi come il nuovo Ernesto de la Cruz, quell’idolo che sogna segretamente. Perché la musica nella sua famiglia è assolutamente vietata.
La ragione di questo singolare mandato risale alla sua trisavola, che fu abbandonata dal marito. Un compositore che lasciò lei e la sua giovane figlia per seguire i suoi sogni e raggiungere il successo.
Così, con l’arrivo del Giorno dei Morti, Miguel entra in quella soglia abitata da scheletri ambulanti, di defunti che vestiti con i loro abiti migliori, aspettano di tornare solo per una notte …
Il mondo dei morti e l’importanza di ricordare i propri cari
Il mondo dei morti abbaglia in una tavolozza di blu fosforescente, verdi riverberanti, gialli e aranci che illuminano una città di diversi livelli. Una città che sorge magicamente sopra il livello del mare.
Ci sono tram, ponti e persino uno spettacolo avant-garde presentato da Frida Kahlo stessa.
Tutta questa meravigliosa magia è nutrita principalmente da un dettaglio che si distingue come la vera lezione di questo film.
Il mondo dei morti offusca la memoria dei vivi.
Tutti questi scheletri ambulanti si godono ancora le faccende, le feste e la felicità, perché i loro parenti continuano a onorare la loro memoria.
Tra l’aldilà e la nostra realtà c’è un legame, un legame intrecciato di affetto, in cui possiamo rimanere uniti ai nostri in quel piano invisibile …
Coco fa vibrare le fibre dei nostri cuori come fa vibrare le corde della sua bella chitarra. Inoltre, dobbiamo sottolineare ancora una volta che, non ci troviamo semplicemente di fronte ad un’altra storia della Píxar.
La trama offre un’inattesa sceneggiatura che arricchisce ulteriormente la storia e, allo stesso tempo, la rende più umana, più credibile.
Guardate il film Coco con tutta la vostra famiglia. E’ senza dubbio un regalo per i sensi e le emozioni. Un omaggio audiovisivo e musicale dove grandi e piccini si divertiranno al 100%. Ma a proposito di Cinema: ecco 7 film spirituali per riflettere sulla propria vita.