Ecco come imparare a tenere sotto controllo la preoccupazione, evitando che si trasformi in ansia. I consigli forniti da una ricerca inglese, sono in grado di aiutarci ad imparare a gestire pensieri pericolosi.
E’ nella nostra natura averli, perché fin dall’alba dei tempi la componente emozionale è più potente e forte di quella razionale.
Questa è a dovuta premessa necessaria per capire il perché sia praticamente impossibile eliminare del tutto i pensieri scaturiti da uno stato d’animo preoccupato.
Ma cosa fare quindi quando un pensiero, anche inconscio, arriva a distorcere la realtà, alterando la normale chimica del cervello e provocando uno stato di preoccupazione costante?
In questo caso siamo davanti ad una condizione tossica, pericolosa per il cervello, che può essere gestita in un solo modo: ovvero imparare a preoccuparsi in modo sano.
Quando finiamo in un circolo vizioso di tensione, depressione e preoccupazione, si arriva ad esaurire le risorse psicofisiche, con la conseguenza che la realtà ci appare in maniera decisamente più pesante di quel che è in realtà.
Da lì a ritrovarsi in uno stato di ansia, ancora più pericoloso, il passo è breve. Con conseguenze ancora più disastrose, perché il motivo della preoccupazione vera e propria non conta più.
In quanto a prendere il sopravvento sono sovrastrutture fantasiose che abbiamo costruito a causa delle percezioni distorte.
Un esempio pratico: se si soffre di insonnia, ci si preoccupa della qualità del sonno, una preoccupazione che non farà altro che peggiorare il disturbo iniziale.
Quando i livelli di ansia diventano troppo alti si arriva infatti ad un degrado cognitivo. Che ha effetti negativi su memoria, comprensione, concentrazione e capacità di prendere decisioni.
Secondo i ricercatori, è impossibile quindi non preoccuparsi mai, la chiave sta quindi nel farlo nella maniera più giusta e funzionale.
Come? Ad esempio analizzando i pensieri uno per uno. Con lo scopo di capire quanto in realtà siano irrazionali e non legati a vere e proprie motivazioni.
Secondo il team dei ricercatori è quindi molto importante non prendere mai le decisioni seguendo sensazioni astratte. Ma farlo coniugando emozioni con logica.
E soprattutto la miglior strategia è quella di sfogarsi, esprimersi e liberare le emozioni cercando di capirle al meglio, perché la reazione più emotiva è la spia per comprendere che un disagio sta crescendo sempre di più.
In conclusione, preoccuparsi in modo sano significa far collaborare e non far “litigare” la parte razionale con quella emozionale, con lo scopo di agire nella maniera più costruttiva.
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This post was last modified on 9 Novembre 2019 21:32
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