È un gesto forte. Di sicuro impatto alla luce del clima che regna in Italia riguardo il Coronavirus. Il rischio del contagio è uno spettro che incombe sempre più pesantemente nelle nostre giornate. E così Barbara D’Urso, contro psicosi e allarmismi, mangia un biscottino della fortuna cinese durante il programma.
“Andate nei ristoranti cinesi!”
È questo l’appello che arriva da Barbara D’Urso durante la trasmissione e in risposta alla possibile psicosi legata alla diffusione del coronavirus.
Il mondo dello spettacolo alle volte lascia un po’ perplessi con le sue prese di posizione. E la D’Urso certamente non esita a farlo.
Ma è un mondo che brandisce bandiere ideali, come quella dell’appello a non abbandonare i ristoranti cinesi, e magari lascia morire di freddo i terremotati di Amatrice.
Ma, andiamo per gradi.
La Carmelita nazionale, con i primi casi di coronavirus riscontrati sul territorio nazionale, ha immediatamente affrontato la reazione che si sta manifestando.
Ovvero quella, anche comprensibile, di non frequentare negozi ed attività gestite dai cinesi.
Se è vero che, a quanto riferito dalle autorità sanitarie, il virus non si trasmette con il cibo, può apparire comunque normale una reazione emotiva ed immediata nei confronti delle attività Made in China.
L’invito di Barbara D’Urso
La D’Urso fa bene a non alimentare psicosi e forme velate di razzismo, ma crediamo che le prime reazioni non siano dettate da sentimenti ostili, quanto da normale paura.
A scanso di equivoci la spumeggiante conduttrice ha portato con sé il biscotto della fortuna, assaggiandolo in diretta durante la trasmissione.
Ed invitando le persone a non abbandonare ristoranti e locali come quelli presenti nella Chinatown milanese di via Sarpi.
Sicuramente sono giorni delicati quelli che si stanno vivendo nel mondo, e non solo in Italia.
Situazioni alimentate anche da una certa opacità mostrata proprio dalle autorità cinesi in fatto di trasparenza e tempestività.
Per questo l’appello di Barbara D’Urso è certamente importante, evitando però di bollare come razzisti comportamenti dettati più dalla mancanza di certezze e da una comprensibile paura.
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