L’emergenza sanitaria vissuta a livello mondiale per la pandemia Coronavirus, oltre a richiedere un grande sforzo fisico agli operatori sanitari, li espone a paure come rivela un’infermiera in lacrime sui social. Imaris Vera ha postato un messaggio toccante sul suo profilo Instagram. Nel suo sfogo la 30enne annuncia che ha abbandonato il suo lavoro presso un ospedale della zona di Chicago. Per la mancanza di mascherine di protezione per lo staff sanitario.
Così pur volendo aiutare i malati di Coronavirus, l’infermiera in lacrime rivela: “Ho scelto la mia vita”. Vera ribadisce che vorrebbe lavorare, ma ha lasciato l’ospedale qualche giorno fa. Dopo che il suo manager non le ha permesso di indossare la sua maschera N95.
Il manager le ha detto che l’ospedale stava seguendo le linee guida. Che le mascherine N95 sono necessarie solo quando un paziente Covid-19 riceve un trattamento aerosolizzante. Ossia: ventilatore, cannula nasale, nebulizzatore.
Le lacune del sistema sanitario americano in emergenza Coronavirus: un’infermiera in lacrime lascia il lavoro
Vera vanta tre anni di esperienza lavorativa. Infatti ha lavorato in vari reparti. Da quello traumatico al post-operatorio. Con esperienze in quello cardiaco e chirurgico. Le pecche della sanità evidenziate dal Coronavirus sono state segnalate dall’infermiera in lacrime.
Nonostante la sua vocazione per la professione, Imaris Vera ha deciso di lasciare il lavoro. Perché le condizioni del sistema sanitario statunitense stanno gravando su pazienti e personale medico e sanitario. Con grande dolore ha riferito via social le problematiche del sistema sanitario statunitense. Che di fronte alla criticità sanitaria rivela delle mancanze di tutela.
In piena emergenza Coronavirus, l’infermiera in lacrime denuncia. “Non abbiamo mascherine, devo proteggere me stessa e la mia famiglia. Il mio reparto è stato convertito in unità Covid-19 ma nessuna di noi ha ricevuto il materiale per proteggersi”. Infine Vera segnala un timore: “L’America non è pronta per affrontare l’emergenza Coronavirus”.
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