Emma Marrone, impegnata con il suo nuovo tour, senza freni in una recente intervista ha parlato della vittoria dei Maneskin all’Eurovision per denunciare il trattamento discriminatorio che ha subito lei durante la sua partecipazione al contest europeo nel 2014.
Parlando delle critiche ricevute da media ed opinione pubblica, la cantante pugliese ha sottolineato come il gruppo italiano sia stato trattato in modo diverso, imputando la causa nel se**ismo che ancora imperversa. Emma a ruota libera si è soffermata su questo punto, nel corso della sua intervista al Corriere della Sera, dove ha messo a confronto la sua esperienza all’Eurovision e quella dei Maneskin.
Nel 2014 Emma ha rappresentato l’Italia in occasione dell’Eurovision Song Contest al posto della vincitrice di Sanremo di quella edizione: Arisa. La cantante pugliese classificatasi al 21esima, ha pubblicamente denunciato i motivi del suo piazzamento basso asserendo: “Non feci interviste con Paesi omofobi e razzisti e non arrivarono voti da loro”.
Emma Marrone commenta velenosa la vittoria dei Maneskin all’Eurovision
Emma si è poi soffermata sulla disparità di trattamento che si è vista riservare allora: “Non sto a contare i pregiudizi subiti. A volte ero troppo avanti e non sono stata capita. Invece di essere sostenuta perché avevo portato un pezzo rock come ‘La mia città’ […] Venni massacrata“. Con tono velenoso la cantante si è poi soffermata sulla sua performance spiegando: “Si parlò solo degli shorts d’oro che spuntavano sotto l’abito e delle mie movenze. Ora che Damiano dei Måneskin si presenta a torso nudo e con i tacchi a spillo va bene: è evidente che c’è se**ismo“.
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Anche se le polemiche sull’esibizione e sul look dei Maneskin all’Eurovision non sono sorte nel nostro Paese, non sono mancati attacchi da parte delle altre nazioni in gara, tra cui le accuse lanciate dalla Bielorussia che ha definito il gruppo un “bestiario dei pervertiti, omose**uali degenerati, spazzatura che sa di AIDS”.
Ma anche i Maneskin all’Eurovision hanno dovuto fare i conti con delle pesanti accuse, come il caso ribattezzato cocagate, che secondo molti media è da ascrivere proprio al look da “bello e dannato” di Damiano, che ha respinto le insinuazioni presentando il suo test antidroga.