In base alla sentenza del tribunale di Pisa, un figlio non può avere due madri: con questo verdetto i giudici hanno rigettato la richiesta di due donne di scrivere entrambi i loro nomi sul certificato di nascita del figlio. La vicenda che ha attirato grande interesse mediatico, dopo che è stata resa nota da Il Tirreno, ha proclamato che un figlio non può avere due madri: una decisione che ha deluso le due donne che hanno deciso di impugnare la sentenza e di ricorrere in appello.
In base alla ricostruzione della vicenda si è appreso che due donne, che si sono sposate negli Stati Uniti, hanno poi deciso di avere un figlio che è nato a Pontedera in provincia di Pisa nel 2016. Per diventare mamme la coppia è ricorsa alla fecondazione eterologa, una procedura eseguita su una delle due donne all’estero. La coppia ha poi chiesto di inscrivere entrambi i loro nomi sul certificato di nascita del figlio, ma il tribunale Pisa l’ha respinta con tale motivazione: “La decisione spetta al legislatore che deve introdurre nell’ordinamento la relativa disciplina. Confermata la piena legittimità del rifiuto di iscrizione”.
Per i giudici un figlio non può avere due madri, e solo il legislatore a sua discrezione può introdurre una disciplina ad hoc optando per una forma di tutela idonea. Ma nella sentenza emessa dai giudici di Pisa si fa riferimento anche ad un’ulteriore motivazione per respingere l’accusa mossa dalle donne di una presunta discriminazione.
Le madri hanno infatti segnalato quello che avviene all’estero ai bambini che si trovano nelle stesse condizioni, e per tutta risposta i giudici hanno replicato: “Ben diverso è per lo Stato riconoscere una situazione che di fatto già esiste nel mondo naturalistico e ha trovato assetto formale in un altro ordinamento e dare disciplina e possibilità di creazione della stessa situazione nell’ordinamento interno”.
Dopo la sentenza del tribunale Pisa, che ha decretato che un figlio non può avere due madri, il legale delle due donne Alexander Schuster ha contestato la decisione affermando: “Il Tribunale di Pisa ha ignorato la legge dello Stato del Wisconsin e ha negato ad un bambino nato da una donna statunitense il diritto, pacifico negli Stati uniti, di avere due madri sin dalla nascita. Le famiglie gay e lesbiche che vengono a vivere qui in Italia devono essere al corrente dell’arretratezza in cui versa il Paese, a mio parere, e della carenza di riconoscimento giuridico a cui si espongono”.
Spetterà adesso alla corte Costituzionale deliberare sul caso attorno al quale ad oggi vige un vuoto normativo che evidenzia come l’acceso dibattito sul DDL Zan ha messo in evidenza tutte le criticità che riguardano anche il piano legislativo.
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