x

Advertisement

Fine dell’era Ferragni? Svelati i guadagni in calo per le top influencer

Advertisement

I selfie al tramonto in mutande non bastano più: il panorama dei social media è cambiato radicalmente. Secondo il Wall Street Journal, solo il 13% dei creator digitali ha superato i 100 mila dollari di guadagni l’anno scorso, mentre quasi la metà ha guadagnato meno di 15 mila dollari. In Italia, eventi come il Pandoro-gate hanno scosso la fiducia degli utenti verso figure iconiche come Chiara Ferragni, influenzando negativamente tutto il settore.

La realtà dei numeri: nonostante l’immagine di successo e ricchezza, molti influencer lottano per ottenere un reddito stabile. Clint Brantley, per esempio, nonostante i suoi 400 mila follower e un’importante media di visualizzazioni, ha guadagnato meno della retribuzione media annua degli statunitensi. Questo sottolinea una verità dura: guadagnare come influencer è una sfida crescente.

Clint Brantley

Mercato in crescita, ma non per tutti: il settore dei content creator è valutato globalmente 21 miliardi di dollari e continua a crescere. Tuttavia, i creatori di media e bassa popolarità trovano sempre più difficile monetizzare efficacemente il loro lavoro. Le piattaforme alzano i requisiti di monetizzazione e i brand diventano più selettivi.

Il rischio del burnout

Dietro le luci della ribalta, molti creatori si trovano a fronteggiare il burnout, senza benefici di ferie retribuite, assistenza sanitaria o pensione. Le condizioni di lavoro sono spesso precarie e lontane dall’essere ideali, aggravate da una crescente sfiducia del pubblico.

Caso di studio: l’evento organizzato da Cristina Fogazzi, nota come l’Estetista Cinica, che ha affittato la Pinacoteca di Brera per una cifra esorbitante, ha sollevato polemiche e mostrato il lato meno autentico dell’industria, contribuendo alla sfiducia generale.

CONDIVIDI ☞