Nel cuore dello spettacolo italiano, Rosario Fiorello si apre nuovamente sul suo passato con un aneddoto personale riguardante la Prima Ministra Giorgia Meloni. Durante una conversazione intima nel suo soggiorno romano, tra decorazioni natalizie e ritratti di famiglia, Fiorello si è trovato a discutere di vari argomenti, dalla politica ai ricordi familiari. Tra le domande si è distinto un particolare ricordo: quello di Giorgia Meloni nelle vesti di tata.
Giorgia Meloni e il ricordo di Fiorello
La Premier Meloni non è stata solamente un personaggio politico nel corso della sua vita, ma anche una figura significativa nella vita privata di Fiorello. Raccontando con un tono nostalgico, Fiorello ha rivelato che Meloni ha trascorso del tempo come babysitter della sua figlia maggiore, Olivia. Con una nota di affetto e una punta di sorpresa, ha condiviso come Meloni preferisse stimolare la creatività della piccola attraverso giochi di costruzione anziché le tradizionali bambole. Questo particolare dettaglio dipinge un’immagine diversa della leader politica, mostrandone un lato più domestico e quotidiano.
“Giorgia Meloni come tata? Studiava e preferiva i Lego alle bambole” – queste le parole esatte di Fiorello, che mettono in luce non solo la dedizione agli studi di Meloni, ma anche la sua scelta di incoraggiare l’immaginazione e l’intelligenza pratica nella sua giovane affidata. La moglie di Fiorello, come riportato dallo stesso, ha sempre avuto parole di elogio per Meloni, sottolineando la sua competenza e la sua capacità di essere una babysitter fuori dal comune, che lasciava un’impronta positiva e duratura.
La conversazione tra Fiorello e Gian Marco Chiocci, il direttore del tg1, si è svolta in un ambiente caldo e familiare, lontano dalle solite atmosfere ufficiali dei palchi televisivi. Questo scambio personale ha offerto una visione più intima e meno conosciuta di una figura pubblica tanto discussa come Giorgia Meloni, rivelando aspetti della sua personalità che si discostano dal suo ruolo politico. Un racconto che conferisce umanità e profondità a chi, nella vita pubblica, è abituato a indossare solo la maschera del potere.
Mentre la discussione si è sviluppata su vari fronti, è stato chiaro che l’intenzione non era quella di indagare o giudicare, ma semplicemente di condividere un ricordo caro e significativo. Una dimostrazione di come, al di là delle apparenze e delle posizioni politiche, vi siano storie umane e momenti di vita comune capaci di unire le persone.