Una tragedia ha scosso le acque cristalline del Mar Rosso: Gianluca Di Gioia, un turista romano, è stato tragicamente sbranato da uno squalo tigre mentre si trovava in vacanza a Marsa Alam.
L’incidente è avvenuto domenica, quando Gianluca si è trovato faccia a faccia con un predatore lungo ben 2,5 metri. Questo attacco mortale ha messo in luce la pericolosità di alcune aree marine del Mar Rosso, dove le autorità egiziane avevano già messo sotto sorveglianza diverse specie di squali, tra cui il temuto squalo tigre, il mako e l’oceanico.
Il bagno «proibito» e l’incontro fatale con lo squalo
Le prime indagini confermano che Gianluca Di Gioia e il suo compagno di viaggio si erano avventurati in acque molto più profonde di quelle consentite per i turisti, in una zona in cui era espressamente vietato fare il bagno. La tragica fatalità ha voluto che proprio in quella zona si trovasse il pericoloso squalo tigre. Le autorità locali hanno sottolineato che il gruppo stava ignorando le linee guida di sicurezza, che indicano chiaramente le aree sicure dove i turisti possono nuotare senza rischi.
Durante l’attacco, Gianluca è stato immediatamente sbranato dallo squalo, mentre il suo amico Giuseppe Fappani, che si trovava lì con lui, ha tentato eroicamente di intervenire. Fappani ha lottato con il predatore per cercare di salvare l’amico, ma è stato anch’egli trascinato sott’acqua. La scena è stata drammatica, e l’incidente ha scioccato tutti i presenti, che non si aspettavano una simile tragedia.
La causa dell’incidente: le barche commerciali e l’inquinamento marino
Secondo un’importante testimonianza dell’imprenditore egiziano Naguib Sawiris, l’incidente potrebbe essere stato causato da un fenomeno legato alla pesca commerciale. Sawiris ha dichiarato che alcune barche da pesca hanno scaricato rifiuti in mare, attirando gli squali, tra cui lo squalo tigre che ha aggredito Gianluca.
Il magnate ha anche suggerito che la pesca commerciale dovrebbe essere vietata nella zona turistica per evitare che simili tragedie si ripetano. Il rischio, infatti, non riguarda solo la sicurezza dei turisti, ma anche la barriera corallina, che subisce danni irreparabili a causa dell’inquinamento e delle pratiche di pesca aggressive.
Le condizioni di Giuseppe Fappani e l’indagine in corso
Intanto, le condizioni di Giuseppe Fappani, l’uomo che ha tentato di salvare Gianluca, sembrano migliorare. Dopo essere stato vittima di un attacco da parte dello squalo, è stato ricoverato in ospedale e sottoposto a interventi per suturare le ferite riportate.
Fortunatamente, le sue ferite non sono gravi, e dovrebbe essere dimesso presto. La figlia di Giuseppe, Cristia, ha raccontato in un’intervista come il padre stia recuperando e come la famiglia stia cercando di rimanere positiva nonostante il dramma che ha colpito la loro vita.
Nel frattempo, le autorità egiziane stanno portando avanti le indagini per chiarire i dettagli dell’incidente, in particolare riguardo all’area in cui si trovavano i due turisti e la responsabilità delle barche commerciali nell’attrarre gli squali. Anche se le cause sono ancora in fase di accertamento, le indagini proseguono per fare luce su questa tragica vicenda.
Una tragedia che ha scosso l’opinione pubblica
L’incidente che ha coinvolto Gianluca Di Gioia ha suscitato grande dolore e preoccupazione tra i turisti e le autorità locali. Il Mar Rosso è una meta molto popolare per il turismo, ma eventi come questo evidenziano i rischi legati alla presenza di squali in alcune zone, soprattutto se non vengono rispettate le regole di sicurezza. La vicenda ha anche acceso un dibattito sulle attività di pesca commerciale e sull’importanza di tutelare l’ambiente marino per prevenire ulteriori tragedie simili.
Questa tragedia resterà nella memoria collettiva, non solo per la sua drammaticità, ma anche per le riflessioni che suscita riguardo la sicurezza dei turisti e la salvaguardia dell’ecosistema marino. Il futuro della zona di Marsa Alam potrebbe cambiare, con nuove regolamentazioni che potrebbero evitare che simili incidenti si ripetano.