Vittorio Feltri ha espresso la sua opinione su Gino Cecchettin rispondendo ad un lettore su Il Giornale che ha ricordato come in passato il papà di Giulia avesse scritto post sessisti sui social, mentre oggi è diventato simbolo della lotta contro il patriarcato, riconosciuto come un’icona dalla sinistra e dai movimenti femministi per il suo impegno.
Il giornalista nella sua risposta ha scritto: “So di questi commenti che sarebbero stati fatti dal profilo social di Gino Cecchettin negli anni passati. Nessuno osa parlarne, in quanto ormai Gino ha quest’aura sacra. Non lo giudico per questo. È stato un atteggiamento goliardico, anche volgare, persino inopportuno, ma non definisce egli stesso come uomo”.
Vittorio Feltri nel proseguo del suo tagliente commento ha aggiunto che “è alquanto imbarazzante che il nuovo simbolo della sinistra nell’ambito della lotta al patriarcato (che non c’è) abbia sulla rete ciarlato di posizioni sessuali, sue performance personali tra le lenzuola, tanga, mani nelle mutande e roba simile”.
Vittorio Feltri critica Gino Cecchettin
Il giornalista ha commentato la figura di Cecchettin con un approccio critico, sottolineando la necessità di comprensione e compassione verso la sua famiglia per la tragedia che ha vissuto: “Reputarlo una cattiva persona per questo trovo che sia estremo, anche ingiusto”. Nel corso della sua riflessione Feltri ha detto: “A prescindere da questa condotta, io penso che Gino Cecchettin, così come sua figlia Elena, meritino comprensione e compassione per quello che stanno vivendo, ma non per questo meritano di diventare pensatori insindacabili che sentenziano sul maschio, sul patriarcato, sulla società, e così via”.
Inoltre, Feltri critica l’uso dell’espressione “la mia donna” da parte di Cecchettin, che potrebbe essere interpretata come pericolosa o sintomatica di una personalità possessiva mentre per lui è un’espressione di affetto: “Viviamo con il terrore di essere fraintesi, accusati, travisati. Questa paura si traduce in un congelamento dei rapporti tra uomo e donna ma gli amanti da sempre si appartengono e desiderano appartenersi, questa si chiama ‘passione’, componente essenziale dell’amore romantico”.
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Vittorio Feltri ha messo in luce la contraddizione tra le dichiarazioni di Cecchettin, considerate da alcuni come superficiali o prive di fondamento, ed il suo status di modello antipatriarcale, pur rimanendo perplesso sulla validità di questo ruolo in considerazione del lutto che l’ha colpito. “Gino Cecchettin non mi sembra esperto di sentimenti. Ma viene applaudito e glorificato per certe dichiarazioni che nessuno osa contestare, nonostante siano boiate pazzesche, un concentrato di frasi-fatte. Incarna un modello, il modello antipatriarcale, il modello positivo di mascolinità, da emulare, da prendere come esempio. Anche se non ne comprendiamo affatto il perché e un lutto atroce non è motivazione sufficiente”.