Le parole di Gino Cecchettin su patriarcato e linguaggio, sono state commentate da Giuseppe Cruciani che si è soffermato sulla percezione e l’uso delle espressioni quotidiane. La recente intervista di Gino Cecchettin a Che tempo che fa di Fabio Fazio ha suscitato grande interesse: il padre di Giulia Cecchettin tragicamente uccisa da Filippo Turetta, ha scelto di prendersi una pausa lavorativa per dedicarsi ad una causa civica, focalizzandosi in particolare sulla lotta al patriarcato e contro la violenza sulle donne.
Nel corso dell’intervento nel talk di Fazio, ha enfatizzato il concetto di patriarcato come un’idea di possesso, dove la donna è vista come proprietà, criticando l’uso quotidiano di espressioni come “la mia donna” e “da uomo a uomo”, che, secondo lui, non sono così innocue come sembrano. Queste le parole sul patriarcato del padre di Giulia: “Patriarcato significa che c’è un concetto di possesso. La donna vista come proprietà. Utilizziamo ancora al giorno d’oggi espressioni come la mia donna che sembrano innocue però non è così”. E ancora, secondo Gino Cecchettin, da eliminare un’espressione quale “da uomo a uomo”.
Gino Cecchettin e Giuseppe Cruciani: confronto acceso su patriarcato e linguaggio
Il conduttore de La Zanzara, durante il programma Quarta Repubblica di Nicola Porro, ha esplicitamente contraddetto Cecchettin. Giuseppe Cruciani ha specificato che si tratta secondo il suo parere di espressioni non intrinsecamente violente e che l’idea di Cecchettin di collegarle al patriarcato è errata.
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Secondo Cruciani, espressioni come “la mia donna” o “il mio uomo” sono di uso comune e con senso innocente, e non dovrebbero essere interpretate come manifestazioni di un sistema patriarcale. Quando il conduttore del talk di Rete 4, Nicola Porro gli ha domandato se quelle frasi sono figlie di una società patriarcale, lo speaker radiofonico ha commentato: “Questo posso dire che, anche se lo ha detto Cecchettin, è una stron*ta. Non c’entra nulla il patriarcato, non c’entra niente l’utilizzare le espressioni ‘La mia donna’, ‘Il mio uomo’. Sono espressioni innocenti, che usiamo nel quotidiano. Lo usano anche le donne”.
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