Il noto cantautore Gino Paoli ha espresso un giudizio molto severo sulla 74esima edizione del Festival di Sanremo. Le sue parole non lasciano spazio a interpretazioni diverse: è un giudizio duro e senza filtri.
Sanremo 2024: Gino Paoli critica aspramente il Festival
Le sue recenti dichiarazioni rilasciate durante il podcast ‘Tintoria’ non hanno fatto altro che aumentare il clamore attorno alle sue opinioni. Afferma senza mezze misure:
“Non lo guardo. Prima era il festival della canzone, della canzone e basta, non era neanche importante chi la cantasse. Non era lo squallido spettacolo che è adesso”.
Il Festival di Sanremo, a suo dire, non è più quello di una volta. Oggi lo vede come una semplice replica di programmi televisivi già visti, dove le cantanti che mostrano il cuo* prevalgono e dove gli scandali sono all’ordine del giorno per attirare attenzione.
“Una volta le case discografiche mandavano la canzone migliore che avevano, arrivavano le migliori canzoni. Era il Festival della canzone. Poi le case discografiche si sono accorte del potere che Sanremo ha per l’Italia e adesso fanno il prodotto finito e lo mandano a Sanremo. Da lì la televisione si accorge che lo spettacolo di Sanremo funziona (arriva non solo in Italia ma anche fuori), e allora si appropria di Sanremo e lo fa diventare lo squallido spettacolo che è adesso”,
Paoli non nasconde la sua delusione neanche per quanto riguarda la qualità delle canzoni proposte al Festival. Secondo lui, la selezione di un tempo che filtrava i pezzi di bassa qualità è ormai un ricordo del passato. Adesso, pare che prevalgano le canzoni di minore qualità. E queste considerazioni, pronunciate subito dopo l’inizio della 74esima edizione di Sanremo, stanno certamente generando molta discussione.
La critica di Paoli al Festival di Sanremo diventa un punto di riflessione importante: ci interroga su come è cambiato nel tempo e su cosa aspettiamo veramente da un evento che è stato, e forse può ancora essere, un simbolo della musica italiana.