L’autopsia di Giulia Cecchetin, la 22enne tragicamente scomparsa, si è conclusa, svelando dettagli cruciali. La giovane è deceduta per uno shock emorragico, causato da ferite profonde e molteplici coltellate, con il colpo fatale che ha reciso l’aorta. Questo tragico epilogo è seguito a una lite, terminando sul lago di Barcis, dove è stata ritrovata.
Parallelamente, Filippo Turetta, arrestato per omicidio volontario aggravato e sequestro di persona, ha affrontato un lungo interrogatorio. Dopo aver precedentemente fornito solo dichiarazioni spontanee, il 21enne ha deciso di rispondere alle domande poste dal pm di Venezia, Andrea Petroni. (Continua dopo la foto)
L’autopsia, condotta presso l’istituto di Medicina legale di Padova, ha richiesto meticolosi accertamenti. Anna Aprile, dirigente dell’unità operativa di medicina legale a Padova, ha evidenziato la complessità e l’indeterminatezza dei tempi per le analisi scientifiche.
L’esame autoptico è cruciale per determinare le circostanze esatte della morte di Giulia, inclusa l’ora e il modo in cui è avvenuto lo shock emorragico. In particolare, si indaga se l’aggressione decisiva sia avvenuta nel parcheggio dietro casa a Vigonovo o successivamente, quando Turetta avrebbe spinto Giulia a terra, colpendola più volte. Durante una prima ispezione, il medico legale ha trovato segni di circa venti coltellate sul corpo della vittima. Importante sarà anche stabilire quale coltello sia stato l’arma del delitto: quello trovato a Vigonovo o quello sequestrato nell’auto di Turetta dalla polizia tedesca.
I risultati dell’autopsia forniranno indicazioni cruciali per le indagini, permettendo ai magistrati di Venezia di accertare gli eventi tra Vigonovo e Fossò e la successiva fuga di Turetta in Germania. Elemento fondamentale sarà determinare se Turetta abbia agito con crudeltà e premeditazione, e se abbia cercato di occultare il cadavere, aggravando ulteriormente le accuse e potenzialmente portando alla richiesta di ergastolo.
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