Mi chiamo Francesca. Sono una madre single e ho cresciuto mio figlio Andrea da sola, facendo le pulizie per vivere. Ogni giorno, ogni notte, ho lavorato duramente per assicurarmi che non gli mancasse nulla, soprattutto un’istruzione. Volevo che avesse le opportunità che io non ho mai avuto.
Grazie ai miei sacrifici, Andrea è riuscito a frequentare una buona scuola. Ed è lì che ha conosciuto Laura, una ragazza dolce, intelligente… e di famiglia ricca. I due si sono innamorati, e con il tempo hanno deciso di sposarsi. Io ero felice per loro, ma dentro di me temevo una cosa: il giudizio.
Il giorno del matrimonio, le mie paure sono diventate realtà.
Appena arrivata alla cerimonia, ho sentito gli sguardi, i bisbigli, le smorfie. Quando qualcuno mi ha chiesto che lavoro facessi, ho risposto sinceramente:
“Faccio le pulizie.”
E la madre della sposa, Elisabetta, ha sorriso in modo sarcastico.
“Ah… interessante,” ha detto, e si è girata subito verso un altro ospite.
Durante la giornata, nessuno mi si è avvicinato per conoscermi davvero. Quando gli invitati chiedevano chi fossi, i genitori di Laura evitavano la domanda o rispondevano vagamente. Nessuno diceva che ero la madre dello sposo. Sembravano vergognarsi di me.
Ma io non ero lì per farmi accettare. Ero lì per mio figlio.
Poi è arrivato il momento dei discorsi. Giorgio ed Elisabetta, i genitori di Laura, sono saliti sul palco sorridenti e hanno annunciato il loro regalo agli sposi:
“Una casa! Una bellissima villa a due piani, tutta per voi.”
Applausi, grida di sorpresa, gente commossa. Io, invece, ero seduta in silenzio. Ma sapevo cosa dovevo fare.
Ho preso coraggio e sono salita anche io sul palco. Tutti si sono zittiti. Alcuni sembravano imbarazzati solo nel vedermi con il microfono in mano.
Ho fatto un respiro profondo e ho parlato.
“Non ho una casa da regalare a mio figlio. Non ho soldi, gioielli o terre. Ma ho qualcosa che vale più di tutto questo: la mia storia, i miei sacrifici, il mio amore. Ho pulito scale, uffici, bagni. Ho dormito pochissimo e mangiato ancora meno, pur di permettergli di studiare, di crescere, di diventare l’uomo meraviglioso che è oggi.
Oggi non solo sposa la donna che ama, ma entra a far parte di una nuova famiglia. E io mi auguro, col cuore, che venga trattato con lo stesso rispetto con cui io l’ho cresciuto.”
Silenzio. Poi, un applauso. Uno vero. Caloroso. Ero sorpresa.
Poi, qualcosa è cambiato.
Giorgio ed Elisabetta si sono avvicinati. Con gli occhi lucidi, Elisabetta mi ha detto:
“Francesca… ci scusi. Abbiamo sbagliato a giudicarla. Non sapevamo… non avevamo capito.”
Quel momento non ha solo cambiato il modo in cui mi vedevano. Ha cambiato tutto.
Da quel giorno, mi hanno accolto nella loro famiglia. Non perché fossi diversa… ma perché, finalmente, mi avevano vista per quella che sono: una madre. Forte. Fiera. Vera.