Le indagini del terribile incidente di Casal Palocco sarebbero giunte ad una svolta da quanto riferito dal Gip, che ha disposto i domiciliari per Matteo Di Pietro, lo youtuber alla guida del Suv Lamborghini che si è scontrato contro una Smart causando la morte di un bambino di 5 anni. La web star, fondatore del canale TheBorderline impegnato con una challenge da giorni, pare che durante il sinistro mortale procedesse a 124 chilometri all’ora, una velocità di gran lunga superiore al limite consentito su quella strada.
Queste le motivazioni presentate dal Gip Angela Gerardi, che ha disposto l’ordinanza contro Matteo Di Pietro, indagato per omicidio stradale aggravato e lesioni. Dai dati del gps dell’auto sportiva è emerso infatti che il bolide avesse un’andatura folle mentre era impegnata a percorrere via dei Pescatori in direzione via Macchia Saponara, una velocità che si attestava attorno ai 145 chilometri all’ora.
Mentre il conducente ha svoltato su via di Macchia Saponara si è fermato, per poi riprendere la velocità raggiungendo in soli 14 secondi i 124 chilometri all’ora prima dello schianto contro la Smart, e l’assenza di tracce di frenata accerterebbe che il conducente ha decelerato in modo rapido dopo aver avvistato la seconda auto nei pressi in cui si è verificato l’incidente.
Incidente di Casal Palocco: la Lamborghini viaggiava a 124km all’ora
Quindi il Suv che ha causato l’incidente di Casal Palocco procedeva ad una velocità superiore al limite massimo imposto nei centri urbani, inoltre le indagini hanno confermato che la donna alla guida dell’auto incidentata aveva inserito regolarmente la freccia, una testimonianza fornita dall’autista del bus che passava su via di Macchia Saponara al momento dello schianto. La conducente della Smart vista la celerità della manovra pare non avesse la Lamborghini, che non ha a sua volta tentato di frenare: in seguito all’impatto, l’utilitaria è stata trascinata per alcuni metri agganciata alla Lamborghini.
Matteo Di Pietro è risultato inoltre positivo ai cannabinoidi, ma il pm non ha contestato alcuna aggravante dal momento che l’assunzione potrebbe risalire a giorni prima anche, se nell’ordinanza del Gip questo dettaglio viene considerato un quid che “rimarca ulteriormente un tratto trasgressivo dell’indole dell’indagato” confermando l’adozione della misura cautelare per scongiurare il pericolo di reiterazione.