Ratan Tata, magnate indiano dell’industria automobilistica e presidente di lunga data del Tata Group, si è spento a 86 anni lasciando dietro di sé non solo un’impronta indelebile nel mondo degli affari ma anche una decisione testamentaria sorprendente. Senza moglie né figli, Tata ha destinato la maggior parte del suo considerevole patrimonio, stimato oltre i 100 milioni di euro, al suo amato cane Tito, assicurando che avesse “cure illimitate” per il resto della sua vita.
La scelta di Tata di lasciare così tanto a un animale domestico è inusuale, soprattutto in India, dove la legge avrebbe normalmente destinato il suo patrimonio ai parenti più prossimi, in questo caso i fratelli. Tuttavia, Tata ha scelto di premiare la fedeltà non umana oltre che quella umana, lasciando anche somme significative al suo ex maggiordomo e al cuoco, entrambi ora incaricati di prendersi cura di Tito.
Questo atto di generosità non è del tutto fuori carattere per chi conosceva Tata, noto per il suo affetto per gli animali. Era famoso per aver istruito il personale delle sue aziende a prendersi cura di qualsiasi animale randagio che si avvicinasse alle loro strutture, fornendo loro cibo e acqua. Questo gesto finale riflette un’estensione di quella stessa compassione e riconoscenza verso chi è stato al suo fianco personalmente e professionalmente.
Ratan Tata ha trascorso la maggior parte della sua vita lavorativa all’interno del Tata Group, trasformandolo da una compagnia nazionale a un conglomerato riconosciuto globalmente, con interessi che vanno dall’automotive al software, dall’acciaio all’ospitalità. Nonostante il suo enorme successo, era noto per la sua modestia e il suo impegno per la giustizia sociale e la filantropia.
Tata è stato anche un pioniere nel settore automobilistico, portando al successo internazionale marchi come Jaguar e Land Rover. Nonostante si sia ritirato ufficialmente nel 2012, è rimasto attivo nel gruppo, ritornando brevemente come presidente ad interim nel 2016. La sua visione per il Tata Group ha trasformato radicalmente l’economia indiana e il settore industriale a livello globale.
La decisione di Tata di lasciare così tanto a un animale domestico ha suscitato ammirazione quanto perplessità, riflettendo il suo desiderio di riconoscere gli affetti personali oltre le convenzioni sociali e legali. Con questo gesto, Tata non solo ha assicurato benessere al suo fedele compagno, ma ha anche riaffermato i suoi valori di cura e responsabilità verso gli esseri viventi, indipendentemente dalla loro specie. La storia di Tata e Tito rimarrà un esempio singolare e discusso di affetto trans-specie e di generosità.
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