Riley Redfern, pastry chef di ristoranti stellati per 12 anni, dopo essere stata licenziata durante i primi mesi della pandemia ha raccontato come è passata dal sentirsi fortunata per il lavoro che svolgeva alla disperazione, per poi dare una svolta alla sua vita. La nota pastry chef si è sfogata sulle colonne di Insider percorrendo le tappe della sua vita professionale. Dopo anni passati a lavorare in cucina accettando turni massacranti e diversi soprusi si è ritrovata a reinventarsi. Riley Redfern ha lavorato nelle cucine di ristoranti stellati per 12 anni, poi nel marzo 2020 ha perso il lavoro: il suo capo le ha detto all’improvviso che il suo posto era stato tagliato in quanto non fondamentale.
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Un licenziamento improvviso che l’ha lasciata smarrita e spaventata non sapendo come muoversi, ma poi ha capito che poteva riposare prendendo consapevolezza del fatto che la sua occupazione l’aveva esaurita fisicamente e mentalmente.
Il lavoro che amava e che la faceva sentire fortunata in realtà suscitava in lei risentimento dopo aver vissuto per anni soprusi: “Ho trascorso anni perdendo me stessa, mentre raggiungevo il successo”. Nel suo sfogo Riley ha svelato di aver spesso lavorato in cucina da 10 fino a 18 ore al giorno, subendo anche gli insulti di chef di turno, un clima di tensione che l’ha spinta a trovare una valvola di sfogo nella droga e nell’alcol.
La pastry chef Riley Redfern, racconta il suo radicale cambio di vita dopo il licenziamento
Per anni ha sopportato tutto per riuscire a portare a casa uno stipendio che le permettesse di vivere nella costosa San Francisco, rinunciando ad assicurazione sanitaria, vita sociale e relazioni sentimentali. La pastry chef ha persino confessato di aver pensato al suicidio, per poi desistere per rincorrere il successo e realizzare il suo sogno. Ma quando i ristoranti hanno iniziato a riaprire dopo il periodo critico della pandemia, Riley non ha sentito la necessità di sgomitare per ritornare al lavoro soddisfatta per aver ripreso a condurre una vita sana senza la pressione del lavoro.
Così si è promessa che non sarebbe mai tornata indietro cambiando professione, ha trovato un lavoro come sviluppatrice di software, rinunciando alle sue abilità: “[…] Voglio essere sana sotto il profilo emotivo e fisico, avere una stabilità finanziaria e trovare un amore sano, vero, che posso alimentare in modo sincero. Lo desidero più di qualsiasi riconoscimento o successo”.
Nella sua testimonianza raccolta da Insider, la ex da pastry chef ha poi denunciato una criticità sottaciuta nel mondo della ristorazione di alto livello: “Non si parla abbastanza della salute mentale nell’industria dell’ospitalità, nonostante tante vite perdute per suicidio o abuso di sostanze. Le persone che lavorano nell’accoglienza sono naturalmente generose e quando un sistema che rifiuta pratiche di lavoro eque li sfrutta, si riducono a larve. I lavoratori dei ristoranti meritano di meglio, c’è voluta una pandemia globale perché alcuni iniziassero a realizzarlo”.