Lilli Gruber é entrata nel turbine delle polemiche che hanno accompagnato l’elezione di Ignazio La Russa alla Presidenza del Senato. In particolare, la giornalista ha criticato un gesto compiuto da La Russa, laddove, a suo dire, sarebbe stato meglio spendere precise parole. La Gruber ha espresso il suo punto di vista in maniera molto chiara e netta, senza girarci intorno. Nel corso dell’ultima puntata di Otto e mezzo, a ridosso della nomina del nuovo Presidente, Lilli non é riuscita a nascondere un certo disappunto.
Ciò che non é andato giù alla Gruber é stato un gesto compiuto da Ignazio La Russa nei confronti di Liliana Segre, senatrice a vita, incaricata di presiedere la seduta. Cos’ha fatto La Russa nei confronti della senatrice più anziana?
Ebbene, il nuovo Presidente le si é avvicinato, porgendole un mazzo di fiori, prontamente accettato dalla donna. Cos’ha sbagliato La Russa secondo Lilli Gruber? ”Adesso vi devo dire io qualcosa…”, ha esordito la giornalista, non riuscendo a trattenersi dal dire la sua sul gesto galante compiuto da Ignazio La Russa.
Lilli Gruber contro La Russa: ”Ma che é il mazzo di fiori alla Segre?”
Lilli Gruber ha interrotto il dibattito degli ospiti per manifestare il proprio disappunto sul gesto di La Russa, dicendo: ”Ma scusate, mi sembra un gesto di buona educazione. Ma che é il mazzo di fiori alla Segre? Sarebbe simbolo di pacificazione il fatto che quello che é diventato Presidente del Senato porti un mazzo di fiori ad una signora di 92 anni, senatrice a vita?”.
”No, ma per favore! La parola Fascismo e antifascismo non l’abbiamo sentita nel discorso di Ignazio La Russa”, ha tuonato Lilli Gruber, aprendo e chiudendo, repentinamente, una parentesi polemica a sfondo politico. Insomma, per la signora Gruber non basta un mazzo di fiori per cancellare il Fascismo.
Lilli Gruber ha lanciato, in pratica, una frecciatina ad Ignazio La Russa, sottolineando come sia stato inadeguato, a suo dire, il gesto del nuovo Presidente del Senato nei confronti di Liliana Segre, quando sarebbe bastato spendere le parole giuste per rendere omaggio alla senatrice più anziana, memore di uno spaccato tanto difficile quanto significativo della storia del nostro Paese.