Mentre si avvicina un appuntamento importante per l’Italia: la fine del mandato di Sergio Mattarella si paventa la strada delle possibili dimissioni di Mario Draghi, che aveva accettato il suo incarico da premier con reticenza e prevedendo un impegno di breve durata. Secondo alcune indiscrezioni provenienti dal mondo politico, quando ai primi di gennaio del 2022 termineranno i sette anni del mandato di Mattarella, si apriranno nuovi scenari che stanno già alimentando il dibattito sul suo futuro successore. Tra i nomi più papabili si sta facendo non solo quello di Draghi ma anche quello di Silvio Berlusconi che avrebbe dalla sua un buon supporto.
Per quanto riguarda invece le sorti di Draghi, le sue dimissioni potrebbero arrivare dopo aver concluso la sua missione: salvare l’Italia dalla crisi economica e sociale, dovuta alla pandemia dopo aver rimpinguato le casse del nostro Paese, un incarico che gli è stato affidato dal Presidente della Repubblica. Pare che qualcosa sia cambiato nei progetti di Mario Draghi: secondo le ultime indiscrezioni il suo sottosegretario di fiducia Roberto Garofoli è impegnato per concretizzare il Piano di Ripresa e Resilienza con la sua visita nelle regioni italiane.
Mario Draghi di fronte ad un possibile bivio
Inoltre una fonte anonima ma ben informata ha reso noto che il mandato del premier potrebbe concludersi con delle dimissioni lampo entro il 2021, con la conclusione della missione di Draghi e con l’approvazione della manovra dopo aver impostato il Pnrr. Il vuoto lasciato da Draghi a Palazzo Chigi, nel caso in cui le dimissioni diventassero concrete, aprirebbe la strada ad uno scenario complicato.
Un risvolto su cui ha disquisito anche il costituzionalista Michele Ainis nel corso di un suo intervento sulla Repubblica. Secondo l’esperto se Draghi venisse eletto al Quirinale, visto che il suo nome è tra i più menzionati, dovrebbe dimettersi determinando una crisi di governo che lo porterebbe a restare in carica fino a quando non ultimerà tutti i programmi in agenda. Ma Draghi non potrebbe farlo trovandosi in una terra di mezzo: non più Presidente del Consiglio ed ancora non ufficialmente Presidente della Repubblica. Nel caso delle dimissioni di Draghi la guida dell’esecutivo con l’incarico di formare uno nuovo governo potrebbe passare a Daniele Franco oppure a Marta Cartabia.