La difesa di Massimo Bossetti che si è vista respingere da parte dei magistrati di Bergamo la possibilità di sottoporre a riesame alcuni reperti, raccolti nell’ambito dell’omicidio di Yara Gambirasio, tra cui i campioni di DNA, per questo hanno presentato formale denuncia. Secondo i legali del muratore di Mapello questo riesame avrebbe potuto portare alla revisione del processo e forse avrebbe potuto cambiare le sorti del loro assistito.
Dopo la condanna all’ergastolo per la morte di Yara, Massimo Bossetti continua a dichiarare la sua innocenza ancora oggi, dopo una lunga battaglia processuale che si sarebbe potuta riaprire con la riesamina dei reperti sul caso. Gli avvocati del muratore, Claudio Salvagni e Paolo Camporini hanno presentato una denuncia contro i magistrati di Bergamo per depistaggio nell’ambito delle indagini sul caso, dopo che è stata respinta la richiesta di visionare i campioni di DNA.
Massimo Bossetti: la denuncia contro i magistrati di Bergamo
Su quest’ultimo capito processuale indaga la Procura di Venezia, che dovrà deliberare se confermare o negare il rifiuto di mettere a disposizione alla difesa di Bossetti i reperti del caso Yara Gambirasio. Ma Claudio Salvagni e Paolo Camporini hanno mosso delle accuse sulla modalità di conservazione dei reperti. La Corte di Cassazione ha già deliberato sulla questione più volte, dichiarando che i magistrati bergamaschi potrebbero dare il consenso a prendere visione dei reperti. Ma poi la Corte d’Assise di Bergamo si è opposta, scatenando la reazione della difesa Massimo Bossetti.
I legali hanno così annunciato la loro reazione, come reso noto dall’avvocate Claudio Salvagni che ha scritto un post su Facebook nel quale si legge: “Massimo Bossetti è innocente. Se mai avessi avuto dei dubbi, ora ne ho la certezza. Il non risultato ottenuto con la nuova pronuncia della Assise di Bergamo è, nuovamente, la dimostrazione della piena innocenza di Bossetti e che è semplicemente, al pari di tanti e tanti altri ingiustamente condannati, vittima di un sistema sordo e cieco.
Cosa nascondono quei reperti e campioni di così tremendo? Cosa si vuole celare alla difesa? Perché negare pervicacemente qualcosa a cui eravamo già stati autorizzati? Mi domando se sia da Paese civile impedire, sempre e comunque, alla difesa di esaminare l’unica prova che ha portato alla condanna all’ergastolo una persona”.
La denuncia dei legali di Massimo Bossetti è la risposta al “no” della Corte d’Assise di Bergamo emesso lo scorso 3 giugno, una decisione considerata sospetta visto che la Corte di Cassazione aveva sancito il diritto della difesa a queste analisi.
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