Massimo Giletti, adirato per la chiusura improvvisa del suo programma Non é l’Arena, ha lanciato un’accusa molto pesante, relativa al fatto di aver preparato delle puntate su un tema scottante: la mafia. A confermare che la chiusura della trasmissione sia collegata proprio alla particolare linea editoriale seguita, é stata proprio Sandra Amurri, collaboratrice di Giletti e giornalista del Fatto.
”Mi chiedo: c’é davvero qualcuno disposto a credere che la ragione di una tale decisione della Rete possa essere dipesa dal pagamento di Baiardo per le sue partecipazioni al programma?”, ha tuonato la Amurri, aggiungendo: ”E non sia, invece, scaturita dalle inchieste in cantiere su altre verità nascoste sui cosiddetti ‘intoccabili’?”. Tuttavia, proprio Baiardo ha ammesso di aver ricevuto dei pagamenti per la sua partecipazione al programma di Massimo Giletti.
Quest’ultimo non ha accettato di buon grado la chiusura di Non é l’Arena, esponendo le sue ragioni nel corso dell’ultima riunione di redazione. A detta del conduttore, infatti, il motivo della chiusura improvvisa del programma va ricercato nei temi che sarebbero stati affrontati. Massimo Giletti, senza girarci intorno, ha detto chiaro e tondo cosa pensa della questione; vediamo quali sono state le sue parole.
Massimo Giletti sbotta dopo la chiusura del suo programma: ”Siamo stati fermati…”
Massimo Giletti ha esposto ai colleghi il proprio punto di vista, affermando: ”Chiediamoci perché ci hanno chiuso. Stavamo preparando tre puntate importanti, delicatissime. Deflagranti. E siamo stati fermati…”. Ma su quale argomento, in particolare, vertevano le tre puntate citate dal conduttore? Esse concernevano: la strage di via D’Amelio, Marcello Dell’Utri e l’ex sottosegretario di Forza Italia, D’Alì, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Indubbiamente, si tratta di argomenti piuttosto delicati, anche se l’editore di La7 ha smentito qualsiasi forma di censura nei confronti di Massimo Giletti e del suo programma.
”E dopo tutto questo, col cavolo che ce lo riprendiamo!”, tuonano dai piani alti, per cui si esclude anche un ritorno in Rai di Massimo Giletti. Intanto, é diventato pubblico il contenuto della testimonianza del conduttore dinanzi ai PM Tescaroli e Turco, in merito alle stragi del 1993. Giletti ha riferito, in pratica, di aver visto una foto, mostratagli da Baiardo, che ritrae Berlusconi assieme a Giuseppe Gravitano, oltre al generale dei carabinieri, Francesco Delfino. Tale circostanza, riferita da Massimo Giletti in qualità di persona informata sui fatti, però, é stata smentita dall’amico dei fratelli Graviano che ha negato l’esistenza della suddetta foto.
Intanto, non risulta che sia stata aperta un’indagine relativa ai presunti pagamenti ricevuti da Baiardo. La questione si tinge di nuovi particolari, per cui si va da telefonate tra i fratelli Graviano e Dell’Utri, ad un incontro tra il braccio destro di Berlusconi ed i padrini di Palermo. Insomma, la vicenda sembra essere piuttosto intricata, anche perché i verbali non sono stati poi firmati. Al momento, é chiara solo l’ira di Massimo Giletti per la chiusura improvvisa del suo programma, laddove, a detta del conduttore, avrebbe voluto far luce su diverse vicende ”oscure”.
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