Un matrimonio in Iran si é trasformato in una tragedia senza senso che ha rovinato il giorno più bello di due giovani sposi. Spesso i festeggiamenti possono trasformarsi in armi letali, se non tenuti sotto controllo. Non a caso, a spazzare via la felicità degli sposi, é stato il cugino del marito, nella speranza di festeggiare, con più enfasi, il matrimonio.
A farne le spese é stata una 24enne iraniana, Mahvash Leghaei, che avrebbe solo voluto godersi il giorno tanto atteso, in presenza di parenti ed amici. Tuttavia, qualcosa é andato storto, anche se ancora bisogna indagare sulle circostanze specifiche al momento della sparatoria. Durante il ricevimento per il matrimonio, infatti, un cugino dello sposo, imbracciando un fucile, ha esploso alcuni colpi, in segno di ”festeggiamento”, com’é stato sottolineato.
Due invitati sono stati feriti, in quanto la pallottola é rimbalzata, tra lo stupore dei presenti, certi di trascorrere una giornata all’insegna della gioia e della condivisione. Il matrimonio si é trasformato in un evento tragico, in cui é rimasto ben poco da festeggiare. Perché é partito quel colpo di fucile? Si é trattato davvero di un modo, sia pure esagerato, di partecipare ai festeggiamenti?
Matrimonio si trasforma in tragedia: la sposa viene raggiunta da una pallottola
Il matrimonio é finito con un colpo di fucile, in una località a sud della città di Shiraz. La sposa é stata raggiunta alla testa da una pallottola che, purtroppo, non le ha lasciato scampo; in pratica, é morta sul colpo. Dal punto di vista della responsabilità, secondo la ricostruzione operata dalla polizia locale, l’uomo che ha imbracciato il fucile, non avrebbe avuto una completa padronanza dell’arma.
In poche parole, il colpo mortale, sparato in occasione del matrimonio, sarebbe partito per sbaglio, senza alcuna intenzione di uccidere, nonostante la successiva fuga dell’uomo. Sarebbe stato, infatti, il rimbalzare della pallottola a compiere il misfatto, essendosi diretta ad altezza d’uomo, invece che in aria.
Va sottolineato, inoltre, che, indipendentemente dal fatto che si trattasse di un matrimonio e, dunque, di un evento da festeggiare, in Iran é già illegale aprire il fuoco. Insomma, la ”scarsa padronanza dell’arma” ha rappresentato un’ancora di salvezza per colui che ha sparato, uccidendo sul colpo la sposa, nel giorno più bello della sua vita. Quest’ultima, un’assistente sociale impegnata nel recupero dei tossicodipendenti, ha espresso, in precedenza, la volontà di donare gli organi, nella speranza che, da una vita spezzata, se ne salvino altre.